Tagliare è disegnare

collaborazioni, sull'improv

Sto leggendo un saggio di Riccardo Falcinelli, Critica portatile al visual design. E' il secondo, suo, che prendo, e vorrei già averne un altro: lo adoro.
Nel capitolo sugli "schermi", parla dell'uso del corpo nel fare design: "scarabocchiare, dipingere, incollare, scattare fotografie, sono gesti da recuperare, per non limitarsi solo ai movimenti ripetuti davanti a uno schermo, quelli che spostano pixel di pochi centimetri, e che rischiano di realizzare una grafica che si assomiglia un po' tutta".

Devo in effetti dire che, cucendo, è un piacere alzarsi dalla postazione alla macchina, stirare, guardare il risultato magari da lontano per farsi un'idea d'insieme, per poi tornare al piano di taglio, e decidere come proseguire.
E' vero: la fisicità del lavoro necessario a realizzare un patchwork, ha una grande influenza sul risultato.

Come tagliare le pezze di stoffa?
Quando?
Prima o dopo aver cucito?
(Dopo? Beh? Che c'è di strano nel… prima cucire, e POI tagliare?).

Domani ne parlerò: in diretta zoom, alle 17.30.
Il bello di questa piattaforma è che permette situazioni interattive. Come tagliate le pezze, voi, che cucite laggiù?
Vi aspetto, sono curiosa di sentirlo!

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