Quando è inziata la discussione con le amiche Carla e Giovanna sul nuovo gioco da lanciare come Quilt Improv Studio , io stavo leggendo il libro Abstract Art. La idea di Carla di lanciare un gioco dedicato all'uso di una palette monocromatica era perfettamente intonata al capitolo che stavo leggendo, sulla storia dei dipinti monocromatici realizzati dagli artisti americani.
Al momento di inziare il mio quilt monocromatico, ho deciso di provare delle condizioni un po' estreme.
Ho limitato al minimo le variazioni delle forme (scoprendo quanto fosse difficile cimentarsi con il minimalismo).
Come nei dipinti monocromatici, mi sono concentrata sugli effetti dei rilievi superficiali, usando il filo rosso per quiltare sulla stoffa rossa, cucendo fitto in modalità "matchstick".
Ad un certo punto, le variazioni introdotte nel mio lavoro erano così delicate che persino per me era difficile valutarne l'effetto... e questo mi ha fatto venire in mente una mostra fotografica che avevo realizzato venti anni fa, partecipando ad un convegno sulle nanotecnologie, che parlava di oggetti così piccoli che potevano non essere risolti dalla luce visibile.
Beh... il rosso è il colore all'estremo dello spettro della luce visibile.
A quel punto il mio quilt mi è sembrato racchiudere tutti questi significati.
Ho deciso di intitolare il mio quilt "Alle soglie del visibile". E' un modo per racchiudere molti significati: le mie esperienze con la microscopia e la caratterizzazione delle superfici, l'omaggio ai dipinti monocromatici, e la lunghezza d'onda a cui noi cominciamo a vedere la luce di colore rosso: 740 nanometri!