Io sono la macchina

disegno, sull'improv, eventi

Sono appena tornata dal sci-fi-dome, la costruzione sferica costruita temporaneamente in piazza della Borsa nella mia città, Trieste, per ospitare gli eventi speciali del Science Plus Fiction Festival. È stata molto ispiratrice la conferenza sugli universi visionari di Philip Dick.
Il disegno che rappresenta il Festival di quest'anno è stato realizzato dall'autrice di fumetti Sara Pichelli.

L'ho osservato più volte e ci è voluto un po' prima che notassi che la protagonista del suo disegno non è una persona umana ma un cyborg.

Il concetto mi ha affascinato: mi ha fatto pensare che potremmo immaginarci in prima persona non come umani, ma come macchina. E se la macchina fossi io? In una sintesi artistica fulminante, il proprio luogo in un universo fantascientifico potrebbe essere diverso da quello che si occupa nella realtà. È da diversi mesi che disegno mappe dove le macchine sono interconnesse con ambienti naturali. Sono un'ingegnere e ho una relazione costante con le macchine.

La relazione tra uomini e macchine è a sua volta esplorata a lungo nell'universo fantascientifico dei libri di Philip Dick. Gli spunti di questa conferenza mi hanno anche fatto riflettere sul documentario che ho visto ieri sulla macchina che diventa capace di battere l'uomo nel gioco del GO, fatto avvenuto nel 2016 dopo che DeepMind ha creato l'algoritmo AlphaGo usando metodi di machine learning capaci di affrontare gli aspetti strategici di questo complesso e antico gioco da tavolo.

La conferenza di oggi è stata moderata da Giulia Martino che, parlando di videogiochi, ha sottolineato che i giochi sono “art of agency”, arte della capacità di agire all'interno di un sistema di regole: creare giochi è creare ambienti dove allenare le nostre abilità nel prendere decisioni ed essere un attore attivo.

Per chi è interessato al cucito e vorrebbe provare l'improv patchwork, ovvero cucire prendendo decisioni in modo basato sull improvvisazione, ecco il nuovo gioco improv patchwork appena lanciato da Quilt Improv Studio: Modular Rhythms. Nell'immagine di seguito si vedono i miei primi pezzi cuciti bianchi e rossi, che diventeranno un piccolo quilt, che farà parte di questo gioco, deliziosamente intonati con l'immagine della fumettista di fantascienza.
Per la prima volta questo gioco si svolge contemporaneamente in presenza (è stato lanciato durante una sessione di cucito che si è svolta di persona nella provincia di Padova una settimana fa) ed anche online, come da tradizione dei giochi con cui Quilt Improv Studio aveva iniziato. I risultati di questo gioco diventeranno dei mini quilt visibili nella galleria online del profilo Instagram @quiltimprovstudio: questa galleria ora diventerà un luogo ibrido, una mescolanza tra il confronto avvenuto di persona e in forma digitale. Una galleria ibrida che ospiterà le creazioni di autrici vicine e lontane.

Alla scoperta della biennale di architettura a Venezia

disegno, eventi

Questa estate ho visitato per la prima volta la Biennale di architettura, che si tiene consuetamente a Venezia. Avevo già familiarità con la Biennale di arte contemporanea di Venezia (ho la fortuna di vivere a due ore di treno di distanza da là) ma solo recentemente sono stata incoraggiata da un'amica che è abitudinaria della visita della Biennale di architettura. È stato davvero un buon consiglio!

Ho trovato molti disegni e infografiche fatti con uno stile visivo che adoro, oltre ad apprezzare la profondità del loro significato sociale.

La mia installazione preferita è stata Calculating Empires, un manifesto visivo su larga scala che illustra l’evoluzione parallela delle strutture tecniche e sociali nel corso di cinque secoli. L’installazione ripercorre i modelli tecnologici del colonialismo, della militarizzazione, dell’automazione e della reclusione dal 1500, per mostrare come queste forze continuino a essere dominanti e come si potrebbero smantellare. Nei suoi ventiquattro metri di lunghezza, ripercorre la storia del calcolo – da al-Khwarizmi alle reti neurali profonde – e presenta un ricco tessuto storico per comprendere meglio il presente tecnologico.

Del tutto meritevole del Leone d'argento (il secondo premio di questa diciannovesima Biennale di Venezia), ho poi scoperto che questo progetto ha ricevuto anche altri premi. Ad esempio è stata premiata con il Grand Prize per l'esplorazione artistica, da STARTS , una iniziativa della Commissione Europea che seleziona progetti innovativi nel settore della scienza, della tecnologia e delle arti, per approcciare le sfide sociali ecologiche ed economiche che l'Europa dovrà affrontare a breve.

In questi giorni sto ancora studiando, colonna dopo colonna, tutto il contenuto di questa infografica al sito web degli autori. Potete trovarne l'intero contenuto qui: calculatingempires.net

Arte e tecnologia sono temi che mi sono molto cari, e l'architettura li fonde bene. Ho dedicato un po’ di tempo ai disegni architettonici, ultimamente: potete trovare un esempio di questi miei disegni nell'immagine di seguito, e ulteriori miei lavori sul profilo Instagram @the_cult_of_ink.

Forma mentis

disegno, sull'improv, tecniche creative

Disegnare è una delle tre tecniche creative che uso di più, oltre al patchwork e alla fotografia.

Nei miei disegni ho alcuni temi preferiti, uno di questi è il disegno botanico.

I disegni botanici hanno una storia illustre e non posso far riferimento a questo tema senza citare le sue pratiche più antiche.

Ho visitato tre volte l'orto botanico di Padova, nel suo museo sono esposti disegni botanici storici. E' il più antico orto botanico universitario del mondo che conserva la sua collocazione originaria. È stato fondato nel 1545, è parte del patrimonio UNESCO, ospita 6000 piante da 5 continenti, ed è una culla di scienza e scambi scientifici.

Durante la mia ultima visita all'orto botanico di Padova ho fatto una bella scorta di foto di piante per usarle nei miei disegni futuri.

Nei mesi scorsi ho sviluppato una piccola collezione di disegni di fiori, in cui mi sono esercitata con l'astrazione, partendo sempre da fotografie di fiori che avevo scattato io. Il metodo di astrazione in particolare era dedicato a sottolineare le forme, dare rilievo ai contorni, sottrarre il colore. Le curve infinite create dalla biologia mi hanno sempre affascinato. Ho pubblicato questi disegni nel mio profilo creato di recente su Instagram, @the_cult_of_ink.

Uno dei modi con cui voglio continuare a disegnare è andare oltre l'astrazione per sottrazione, e passare alla somma degli elementi e alla composizione. Questo approccio mi è diventato familiare dopo gli anni di composizione sul design wall con la tecnica dell'improv patchwork. È bello vedere come strumenti diversi allenano la mente a pratiche diverse e trasferibili.

Qua sotto mostro uno dei miei disegni più recenti, nato da decine di fiori diversi e schizzi di petali fatti a penna su carta, poi ricombinati, ridisegnati ancora, scegliendo con gomma e matita l'ultima versione. Il risultato è una composizione immaginaria dall'aspetto organico.  

Il logo che ho utilizzato per il profilo Instagram @the_cult_of_ink è stato fatto con la stessa procedura: scegliendo forme di petali e ripetendole. Nelle foto seguenti potete vedere le immagini originali dei petali che ho scelto, e il risultato finale disegnato. Mi viene voglia di chiedere alle amiche del patchwork: che ne dite questo modo di procedere con le forme sulla carta, vi ricorda il collegare le pezze di stoffa con ago e filo?

On abstraction

tecniche creative

Ho iniziato a creare una nuova serie di immagini, durante un viaggio nei paesi del Nord Europa. Ho ripreso un'abitudine che avevo oltre 15 anni fa: quella di scattare fotografie astratte in ambienti esterni e durante i viaggi.

Adoro i molteplici modi in cui noi possiamo ottenere astrazione. Già con questa prima serie ho trovato molte categorie di immagini da ricercare.

Architettura minimalista:

Composizione dell'aspetto grafico:

Giochi di luce e ombra:

In non luoghi del viaggiatore:

Andare a caccia di un elemento astratto e accentuarlo si ottiene, durante la inquadratura fotografica, per sottrazione.
Questo modo di realizzare le composizioni è differente rispetto all'altro metodo che utilizzo quando faccio fotocomposizioni di elementi raccolti e disposti su un piano di lavoro: in questo secondo caso la composizione si ottiene aggiungendo gli elementi.

Di recente ho attivato tre canali sui social media, dedicati a ciascuno dei seguenti temi da approfondire:

Instagram @thecultofquilt - modern patchwork e fotocomposizioni

Instagram @the_cult_of_ink - disegni

BlueSky @thecultofdaylight - fotografia astratta e di viaggio

Uso diverse tecniche creative: modern patchwork, disegno, fotografia. Credo che ci sia un collegamento importante tra ciascuna di queste tecniche: quello che sviluppo con uno strumento influenza il mio modo di lavorare con l'altro.

Il fiume e i sogni

Mostre

Quando riesco a cogliere un brillante raggio di sole diretto nello studio, e a far sì che illumini le stoffe dal colore dell'acqua più chiara, mentre cucio i miei 5 pezzi al giorno, mi sento ricaricata. (No, non riesco a cucire con questo ritmo ogni giorno, però ci provo). La luce in cui mi immergo mi ricorda quella che ho incontrato domenica scorsa quando ho visitato il fiume Tagliamento di nuovo dopo diversi anni.

Era oltre 10 anni fa, il periodo in cui andavo sul Tagliamento quasi ogni weekend, prima col treno e poi con la bici. Questa settimana ho sperimentato una nuova versione: treno e camminata a piedi. Sono arrivata a Gemona in un'ora e mezza di treno e ho raggiunto il letto del fiume dopo un'altra ora di camminata. Quando ci sono arrivata in quella splendida giornata di sole, il fiume mi ha dato un calorosissimo bentornata.

Il lavoro dell'acqua è capace di creare disegni infiniti. Sulla sabbia ho trovato molte forme d'onda. E delicatissime puntinature create dalla pioggia chissà quanti giorni prima. Non ho osato calpestare questi segni della sabbia, volevo trattarli col massimo rispetto, e quindi ho camminato solo sui sassi o sui tronchi sradicati e trasportati dalle piene.

Ho cucito molti quilt dedicati a fiumi, di cui tre al fiume Tagliamento, per il quale avevo realizzato anche una mostra fotografica e un foto libro scaricabile liberamente da questo sito al seguente link.

Camminare sul greto del fiume lo scorso fine settimana è stato come viaggiare in un sogno. A volte mi capita di sognare di essere sul fiume. Evidentemente è un posto che invita a tornare.

Nuovi inizi

disegno, Mostre, tecniche creative

L'anno è iniziato con molti spunti esplorativi e voglio annotarne alcuni.

I primi giorni di vacanza li ho dedicati al disegno. Ho sempre disegnato, ma solo ora ho messo in ordine i lavori passati, le loro categorie, e ho iniziato a dedicare più tempo a lavori nuovi. Questo atto di attenzione, da solo, mi ha fatto venir voglia di disegnare tante nuove cose.

Sto leggendo il libro del grafico e filosofo del design Riccardo Falcinelli, Visus, e dalle prime pagine ho già imparato che i miei lavori recenti, che sono molto basati sulla linea e sul contorno, usano una tecnica consolidata in tempi moderni dal fumetto. Inoltre condivido l'idea espressa all'inizio del libro, che dice che noi disegniamo e creiamo quello che vogliamo avere vicino: e nel mio caso si tratta di ambienti naturali, spazi aperti; gli stessi soggetti astratti, secondo me, suggeriscono questo tipo di cose.

Ho visitato la mostra di arte contemporanea Naturae e ho incontrato, esposto, l'artista Macoto Murayama, che ha inventato il termine “botech”: botanica e tecnologia. I suoi disegni combinano questi due temi utilizzando le massime conoscenze disponibili oggi nella tecnica scientifica e del disegno. Lo fa per rivelare sia bellezze microscopiche, ma anche il modo in cui pensiamo. Io sono molto sensibile a microscopia, tecnologia e arte e dopo aver visto il suo lavoro, il mio punto di vista sulle rappresentazioni tecniche e botaniche è cambiato.

Ho completato la lettura del libro Wild textiles realizzato da Alice Foxe anche la sua sensibilità ha cambiato il mio modo di vedere le cose, incluse quelle quotidiane. Il suo impegno è quello di utilizzare risorse naturali o riciclate in ogni gesto artistico. Lo fa con una tale sensibilità e profondità che io ora non riesco più a guardare allo stesso modo le bucce di mele e gli incarti di biscotto che uso ogni mattina. Come se potessi trasformarle tanto quanto riesce lei, anche se ancora non mi è venuto in mente un modo per farlo davvero.

Tutte queste esperienze offro enormi spunti di ispirazione... e siamo solo all'inizio dell'anno!

Nel segno del disegno

disegno

Disegnare, che cos'è?

Joe Cunningham un giorno mi ha detto (in occasione di una sessione di mentoring con lui, che ho avuto il piacere di seguire): "Il disegno è un collegamento diretto con la mente".

I miei primi disegni, alle elementari, rappresentavano le rose del giardino della mia compagna di classe Sara. Quest'estate sono stata ad Oslo, in Norvegia, e ho visitato il parco di Vigeland . Il profumo delle rose nel parco mi ha fatto desiderare di disegnare rose di nuovo, come ai tempi dell'innocenza dell'infanzia.

Una volta ho esposto una mostra di disegni all'aperto, grazie all'organizzaizone dei miei amici Serena e Andrea, che hanno suonato un concerto nella riserva naturale dell'isola della Cona island, near river Isonzo.

Ho avuto l'onore di illustrare il CD di Andrea e Serena "Laila": è stata una meravigliosa esperienza di unione di contributi creativi, uno dei miei ricordi più cari legati al disegno.

Di recente ho ricominciato a disegnare.
Guarda caso, disegno fiumi.

Disegnare è una parte fondamentale della mia identità.

Quando mi sono iscritta alla scuola superiore ho scelto la specializzazione di disegno e matematica. Al momento di iscriversi all'università, avevo in mente le opzioni di architettura e ingegneria. Ho scelto ingegneria, ed è da più di vent'anni che sono un'ingegnere a tempo pieno, ma ho anche una relazione professionale con le immagini, nella microscopia e nel disegno tecnico.

Come progetto per l'anno nuovo, ho deciso di dare una presenza social alla mia attività di disegno, creando il profilo: @the_cult_of_ink.

Se vorrete seguire questo profilo, lì troverete i miei disegni passati e futuri, dedicati ai seguenti temi: botanica, architettura, paesaggio urbano, ambienti sognanti, la presenza magica degli animali, disegno tecnico, disegno astratto e mappe.

Vi invito a seguirmi in questo nuovo viaggio, e chissà che non sia in un mondo fantastico.

Comporre con frammenti ricevuti - parte 4

collaborazioni, sull'improv, tecniche creative

ho cominciato a confrontare tra loro le foto recenti che ho scattato con frammenti di stoffa semi bacche e le foto dei miei ultimi quilt. Ho scoperto che alcuni tipi di composizione tornano ricorrenti tra le mie preferenze, senza neanche farlo apposta.

Allora ho cominciato a domandarmi: non è che mi ripeto troppo?

Ho preso le ultime decine di foto e le ho passate in rassegna, dando un nome ai tipi di composizione che trovavo.
Il risultato di questa ricerca è stato che i tipi di composizione che ho adottato sono almeno 15. Nell'immagine qua di seguito si vedono i tipi di composizione che mi sono apparsi più evidenti.

Che sollievo, non mi ripeto troppo.

In questi giorni ho cominciato a ricevere delle buste con ritagli di stoffa o carta inviate da persone che fanno patchwork come me che hanno risposto al mio invito di mandarmi i loro frammenti, in modo che entrino a far parte della serie “design with a friend”. Un giorno ho ricevuto due lettere contemporaneamente dagli Stati Uniti: erano di Linda @flourishingpalms e Gigi @gigi.v13. Grazie a chi contribuisce! È un bel modo per sentirci collegati anche se siamo su due lati diversi dell’oceano.

Ad esempio, nelle due immagini di seguito, ho ripetuto delle forme che facevano parte di frammenti che mi erano stati inviati da Ally Ryde. Si potrebbe dire che queste composizioni sono basate sul principio della simmetria rotazionale e delle ripetizioni come se fossero un'eco. Non è una cosa su cui ho ragionato inizialmente: l'ho fatto spontaneamente, e ora che ci penso mi rendo conto che in entrambe ho usato lo stesso approccio.

Ogni ritaglio che mi arriva può essere il punto di partenza di una nuova composizione, e nel suo essere diverso dai materiali che io uso di solito, potrà suggerirmi forse composizioni diverse da fare in futuro.

In questo modo dovrei essere un po più al riparo dal rischio di ripetermi troppo, grazie a voi.

Comporre con frammenti ricevuti - parte 3

collaborazioni, sull'improv

La mia recente serie di foto con semi e stoffe è un modo per esercitarsi sulla composizione.

Negli anni scorsi, la mia possibilità di esercitarmi sulle composizioni dei quilt era limitata dalla lentezza. Se riesco a finire un quilt o poco più di un quilt all'anno, quanto velocemente riesco ad imparare come evolvere le composizioni?

Nella fase di bozza della composizione di un quilt, improvvisando sul design wall, è in effetti possibile provare molte varianti. Questa parte del fare patchwork in modo improv è davvero divertente. Ma oltre al vedere e fotografare alcune bozze, quello di cui ho bisogno è anche vedere cosa diventa davvero il quilt quando è finito. L'effetto completo. E questo richiede mesi.

Ora, facendo giochi di composizione con le foto, posso potenzialmente vedere l'effetto di una composizione finita, nel senso di definitiva e che ritengo soddisfacente, praticamente ogni giorno (o perlomeno quando c'è il sole e quando ho tempo nel weekend). Spero che questo modo di esercitarmi con la fotografia mi permetta di imparare più velocemente quali sono le composizioni efficaci secondo me, secondo il mio gusto.

Per esempio, confrontando le mie ultime foto e i miei ultimi quilt, mi sono resa conto che ho alcune preferenze compositive che tendono ad essere ricorrenti.

Uno dei tipi di immagine che preferisco, evidentemente, è quello in cui compare un flusso, un senso di movimento. Come quello che ho usato nel quilt Sealights , esposto a QuiltCon nel 2022.

Un altro tipo di composizione a cui sono tornata più volte è quella con una simmetria radiale. Come nel caso del quilt Night lights, esposto a QuiltCon nel 2024. È stato divertente ritrovare questi schemi compositivi nelle foto recenti, che riapparivano involontariamente.

Ho diffuso l'invito a mandarmi i vostri residui e ritagli di stoffa in una piccola busta, così da poter realizzare un filone di foto intitolato “design with a friend”. Pezzi piccoli abbastanza da non uscire da una inquadratura con minuteria come i miei semi.

E’ stata una bella sorpresa a cominciare a ricevere delle buste con questo tipo di spedizione, ringrazio Carla @falcolupo, per essere stata una delle prime persone che hanno raccolto i loro ritagli dei lavori cuciti e me li hanno mandati. Aprire la busta e poter tenere in mano i suoi spezzoni (che avevo, in passato, visto solo in foto) è stato emozionante e mi ha permesso di fare un delizioso passaggio dal virtuale al reale.

Nella foto di seguito potete vedere una composizione che ho realizzato con materiali ricevuti da Carla. È la prima foto in cui ho utilizzato molti tipi di semi e bacche contemporaneamente, anziché solo uno o due come facevo in passato. Evidentemente la varietà dei punti di cucitura usati da Carla mi ha influenzata. Rinnovo la proposta. Chi vuole unirsi è benvenuto!

Comporre con frammenti ricevuti - parte 2

collaborazioni, sull'improv, tecniche creative

La serie di foto con semi e stoffe che ho iniziato qualche mese fa era partita semplicemente come una scusa per fare qualcosa di bello, che mi facesse sentire meglio in brevi ritagli di tempo, quando il tempo era poco.
Successivamente ha assunto nuove valenze.
Innanzitutto è diventato chiaramente un esercizio di composizione.

I semi sparsi sul tavolo sono come i frammenti di stoffa sul pannello a parete, il design wall.

La sensazione che si ha quando si cuce patchwork in modo improv è riapparsa quando provavo diverse versioni delle posizioni dei semi sul mio piccolo set fotografico da tavolo.
Aggiustare una composizione patchwork di grande taglia sulla parete può richiedere parecchio tempo, mentre il gioco fotografico si può variare in un attimo. Inoltre lo spazio a parete può essere limitato: nell'immagine di seguito si può vedere come ho creato un secondo strato di design wall sopra un lavoro in corso precedente, aggiungendo uno strato di imbottitura sopra le pezze di stoffa del vecchio quilt, mentre cercavo di finire un nuovo quilt.

Per di più, le composizioni fotografiche devono essere veloci, perché il materiale vegetale deperisce. A volte ci sono solo pochi giorni disponibili prima di veder trasformare quello che si ha raccolto. Le bacche verdi della foto di seguito erano delle palline perfette quando le avevo colte dai cespugli urbani di una pianta ornamentale comune, di nome pittosporum tobira. Qualche giorno dopo mi hanno fatto la sorpresa di aprirsi e rivelare i semi rossi presenti al loro interno. Mi è venuta proprio voglia di abbinarli alla stoffa a righe rosse con cui stavo cucendo il mio quilt nello stesso periodo. Nella composizione si sono intrufolati i frammenti di carta che avevo ricevuto un anno prima da Ally @allyryde.

Un significato aggiuntivo di queste foto composizioni è dunque emerso quando mi sono resa conto che potevo utilizzarle anche per tenermi in contatto con altre persone che cuciono patchwork, come nel caso iniziato con il materiale ricevuto da Ally.

Proprio in questi giorni ho discusso con Linda @flourishingpalms  e Lenny @modernstitchwitch about the tools we use to keep connected with each other.  Most of the times we chat on the socials, and very rarely we can meet face to face, thanks to a flight overseas. Since the social platforms can be changed unilaterally, we shall not be fully dependent on them: it’s better to put alternatives in place. In that sense, I’m trying to use multiple channels as networking tools, to ensure I can keep connected with people, whatever happens with one of those channels: so I try to use also e-mail and on-line meetings.

Per questo vi invito a mandarmi i vostri residui e ritagli di stoffa in una piccola busta. Quando ne avrò tratto una buona fotocomposizione, ve ne restituirò una cartolina stampata per posta, così da poter continuare il filone di foto che chiamo “design with a friend”.