Usare la frutta nelle composizioni fotografiche è buona occasione per giocare con i colori. Ci ho pure dedicato una mostra, che avevo intitolato: Frutta, fiori e vecchi merletti.
Ora passo più tempo a maneggiare le stoffe, e ho pensato alla frutta per proporre la palette del mese di luglio, selezionata in collaborazione con Patchworkvictim: mescolare queste tinte mi fa pensare ad una succosa macedonia.
La lista dei tessuti è descritta a questo link del blog di Patchworkvictim. Anche i nomi dei solidi Kona Cotton selezionati ammiccano al gusto, come nel caso di "Carrot" e "Sangria" che sono stati i primi elementi da cui è nata la serie. Nel video seguente potete vederli uniti a molti abbinamenti solari!
Questo è uno dei miei primi quilt, in cui ho sperimentato l'uso di colori che poi sono entrati a far parte proprio di questa palette.
Adoro cucire con le stoffe a tinta unita, ed averne una bella scorta sempre da parte. Uno dei momenti che preferisco è quando si apre bene la pezza e si tuffa l'occhio in una grossa dose di colore uniforme.
In effetti, anche il grafico Riccardo Falcinelli parla di questo nel suo libro Cromorama, quando sottolinea le possibilità di accesso al colore nelle sue varie forme, oggi e in altri periodi storici. La tinta unita ha una limitata accessibilità nel mondo naturale (se non giochiamo a crearcela noi): vederne una bella distesa continua, càpita quasi solo quando si osserva il cielo.
Sono proprio onorata di avere la possibilità di parlare dei miei colori preferiti, in una video rubrica intitolata "La palette del mese", grazie alla nuova collaborazione avviata con Patchworkvictim. Potete trovare la mia selezione di colori per questo mese sull'articolo del loro blog a questo link.
Tutte le palette che proporrò sono state sperimentate in alcuni dei miei quilt. Ho deciso di cominciare con i colori degli iris perchè ho sempre amato questo fiore, che è stato anche oggetto di mie fotografie, nel tentativo di catturarne forme insolite e transitorie. Ora gli iris sono in piena fioritura: una buona fonte di ispirazione per il mese appena inziato!
Ho seguito un workshop con la insegnante australiana Brenda Gael Smith, sulla composizione di quilt astratti a partire da immagini della vita reale. Già al primo esercizio con le sagome di carta, è partito il mio viaggio mentale a tema “fiume”. Il segno del fiume è rimasto impresso più volte sul mini quilt che ne ho tratto. Molti fiumi sono quelli che ho visitato, in nord Italia, ai quali ho dedicato appunti e ricordi di viaggio. Per questo, come in uno dei miei vecchi racconti preferiti, ho intitolato il quilt: “Dieci fiumi e quattro tipi di castagne”.
Ecco la storia che il mio quilt si diverte a ricordare.
Questa domenica sono tornata a fare il mio consueto giro in bici di tutta una giornata. Avevo visto che c’era una fiera della castagna a San Pietro al Natisone, per cui ho preso il treno (al volo come al solito) fino a Cormons, ho pedalato per un’oretta fino a Cividale, e mi sono fermata lì per il pranzo. Quattro euro per un frico con polenta. Uno e mezzo per un tè con lettura dei giornali. Pranzo in stile relax, ed ero pronta per ricominciare.
Nel pomeriggio dovevo percorrere il tratto da Cividale a San Pietro. A fine mattina mi era stato detto che era un tratto interdetto, c’erano le moto e le auto in gara proprio su quel pezzo di strada. Per il dopo pranzo mi aspettavo che le gare fossero finite, e invece mi hanno bloccata di nuovo: “non si può passare, continuano per tutto il giorno”.
Ora io, che avevo pianificato la gita proprio per arrivare lì dove non si poteva andare, cosa potevo fare, arrabbiarmi con il vigile che non si muoveva, e fare l’insofferente ai divieti? Ho resistito in silenzio. Forse un’altra soluzione si poteva trovare.
E mi sono messa ad esplorare i dintorni. Da una stradina dietro le case, che sembrava portare solo ai giardini privati, emergeva qualcosa… Ho visto una manina di legno che indicava: “un chilometro per Purgesimo”. Bene: quella era la mia direzione. Care auto, se per voi le strade sono interdette, questo non significa che per noi bici non ci siano sentieri di riserva!
Lì ho percorso il tratto più bello della giornata. Una carrareccia in terra rossa sopra il fiume. In mezzo ai campi. Baciata dal sole e sormontata da fregi a base di nuvole. Ho visto un letto di ghiande sul solco per la ruota, dei fiori viola della specie aster dumosus, una biscia dal dorso quadrettato, due cavalli bianchi giù per le pendici del bosco, e il rumore dell’acqua tutto per me.
Le castagne, poi, le ho portate a Davide. Quattro tipi diversi. Tutti da provare…
Qualcuno dice che gli ingegneri hanno la mente quadrata (e non lo intende come un complimento).
Beh, siccome sono un ingegnere, mi piace pensare ai modi per fare dei bei quadrati. Ho provato varie tecniche per definire il contorno dei miei quilt, specie quando sono grandi. Ora spiegherò il metodo che uso più spesso.
Appena la quiltatura è finita, per indicare il contorno che avrà il quilt, non uso nè marcatori, nè il taglio diretto. Questi metodi sono irreversibili. Piuttosto, preferisco decidere la posizione del bordo con lo scotch di carta.
Come punto di partenza, scelgo qualche linea dritta del quilt, tra le stoffe o nella quiltatura. Ci appoggio sopra il righello che, essendo trasparente, può essere allineato ai riferimenti che ho scelto. Se il righello è troppo corto per coprire tutto il bordo, proseguo col tappeto di taglio. Con righello e tappeto formerò la linea del bordo: al loro fianco, applicherò il nastro adesivo, posato su quello che diventerà il materiale in eccesso.
I contorni del tappeto di taglio mi indicheranno l'angolo a 90 gradi con cui proseguire a marcare il lato successivo. Un lato dopo l'altro, potrò definire così tutto il bordo.
Ora il mio quilt, con il materiale in eccesso coperto dallo scotch, è pronto per essere osservato e giudicato. E se volessi cambiare inquadratura? Includere o escludere elementi del disegno? E se i miei bordi non fossero esattamente paralleli? Per controllare il parallelismo, misuro la lunghezza di ciascun lato. Ormai ci ho fatto l'abitudine: su lati più lunghi di un metro, in questa fase, qualche centimetro di differenza si può ancora trovare... ma per fortuna lo scotch si può ancora spostare!
Quando sono soddisfatta della posizione del contorno, posso iniziare a cucire l'orlo. Adoro il tutorial di cottonandbourbon che si trova sul sito di Audrey: da quando l'ho provato, non ho più smesso di usarlo. E ho pure pensato a una piccola modifica: non taglio la stoffa in eccesso prima di cucire. Penso che sia meglio far lavorare il piedino a doppio trasporto su uno strato largo e di spessore uniforme, senza il gradino che si formerebbe se cucissi a pochi millimetri da un bordo appena tagliato. Quindi, seguendo passo passo le tappe del suddetto tutorial sul "faced binding", completo tutte le cuciture a macchina sulla prima coppia di lati (fino al passo "8" del sito di Audrey), e finalmente taglio; poi cucio l'altra coppia di lati (fino al passo "10") e ancora taglio via gli avanzi. Ecco fatto: resta solo la cucitura finale sul retro, e farla a mano su un bordo così curato, è davvero un piacere.
E' arrivato il momento di svelare il destino del quilt azzurro, frutto della bellissima maratona patchwork che ci ha tenute impegnate nei mesi scorsi: come promesso fin dall'inizio, lo scopo del progetto è quello di sostenere il Centro antiviolenza G.O.A.P. di Trieste, che da oltre trent'anni è al fianco delle donne vittime di violenza, offrendo loro protezione, sostegno e rifugio.
Vi invito quindi a fare una donazione al G.O.A.P. attraverso Paypal (indirizzo mail: goap.info@gmail.com): alle prime 90 donazioni pari o superiori a 20,00 euro effettuate a partire da oggi attraverso Paypal verrà assegnato un numero progressivo da 1 a 90 in base all'ordine cronologico delle donazioni. Una volta che tutti i numeri saranno assegnati, Patchworkvictim pubblicherà al seguente link sul blog di Patchworkvictim.
Il quilt sarà donato alla persona abbinata al numero primo estratto del lotto sulla ruota di Venezia il giorno martedì 6 aprile; se per qualsiasi motivo l'estrazione non si svolgesse in quella data, per l'assegnazione del quilt verrà utilizzata la prima estrazione successiva, sempre sulla ruota di Venezia. Il G.O.A.P. segnalerà attraverso i suoi canali social quando verranno raggiunte le 90 donazioni, ma l'auspicio è che la generosità di tutte le persone che hanno preso parte o apprezzato questo progetto vada anche al di là della possibilità di vincere il quilt.
Nota bene! Per facilitare l'assegnazione dei numeri e l'individuazione della persona a cui verrà donato il quilt vi invitiamo ad indicare chiaramente nome e cognome al momento della donazione. Mi piace anche l'idea di cogliere l'occasione per una doppia donazione: fare una donazione al GOAP, e nel frattempo regalare a qualcuno la possibilità che il suo nome sia quello della persona che potrebbe ricevere il quilt: basta associare il suo nome alla donazione, nel momento in cui si compila la dedica del versamento! Per l'assegnazione dei numeri verranno prese in considerazione solo le donazioni effettuate a mezzo paypal. Patchworkvictim , nel caso in cui la persona a cui verrà assegnato il quilt sia residente fuori Trieste, si farà carico della spedizione del quilt, solo per destinazioni in Italia (un’eventuale spedizione all’estero sarà a carico del destinatario).
Siate generosi! Aiutare il GOAP, soprattutto in questo delicato periodo storico, è molto importante; e poi la tua generosità potrebbe essere premiata da un regalo unico!
Oggi, 8 marzo 2021, sono veramente felice di poter celebrare la Giornata Internazionale della Donna, in compagnia di una splendida comunità che si esprime attraverso il patchwork.
La esposizione maratona di cucito, promossa da Patchworkvictim, dedicata alle donne, ha raggiunto puntuale la sua prima mèta: la realizzazione di uno splendido quilt a due piazze, intessuto di una bellezza speciale grazie al contributo di moltissime persone!
Ho potuto scoprire tante cose, da chi ha partecipato. Il buon senso di Francesca, che riportava a terra i miei voli pindarici, quando si doveva passare alla tappa successiva. La professionalità di Tiziana , che ha trasformato da un giorno all’altro del materiale grezzo in un elegantissimo lavoro finito. E le idee di molte altre donne e uomini che si sono uniti all’avventura!
Sono onorata di aver avuto tra le mani quasi duecento blocchi di stoffa, destinati ad una grande composizione in cui ogni partecipante poteva lasciare il prorio segno. Non solo le creazioni improv erano tutte diverse, ma anche i dettagli più piccoli rivelavano la bellezza nascosta di questo lavoro.
Cucire insieme tutti i quadrati permetteva di soffermarsi su alcuni particolari rivelatori. Dal retro, era possibile scoprire chi preferiva aprire le cuciture, chi piegava i margini verso la stoffa scura, chi ne manteneva lo spessore costante e chi si lasciava andare più liberamente, o chi controllava che le curve si adattassero al meglio facendo piccoli taglietti alla stoffa in eccesso.
Alla scadenza di consegna, avevamo ricevuto molti più contributi rispetto alla richiesta iniziale... ed è stato possibile trovare lo spazio giusto per tutti! Chiari, scuri, simili o del tutto distinti dagli altri; persino colori non propriamente azzurri (grigio, verde, blu scuro...): prima di riceverli mi domandavo se era stato un azzardo lasciare briglia sciolta all’improv. E invece poi è stata proprio questa varietà a far trovare le giuste coordinate sulla mappa a ciascuna forma! Lo ammetto, Francesca ed io abbiamo fatto un po’ di ginnastica, andando su e giù per la scaletta decine di volte. In tre appuntamenti diversi, nel corso di più giorni, abbiamo scelto la combinazione finale, su un design wall decisamente grande: è stato uno splendido tuffo nelle onde di un mare di stoffa! Per non parlare del momento magico in cui ho appeso a parete, con decine di mollette da bucato, questo imponente lavoro di quasi tre metri, da fotografare. Un gigante blu. L'effetto arazzo per regine si è sentito tutto!
Tra poco partirà la seconda fase della iniziativa benefica, che porterà il ricavato di questo lavoro all'associazione G.O.A.P., Centro Antiviolenza di Trieste. Seguite gli aggiornamenti dalle pagine del blog di Patchworkvictim!
Concludo con un ringraziamento ai partner che hanno donato materiali per questa iniziativa: Aurifil e Cooperativa Torrenuvola.
Di recente ho ricevuto la richiesta di spiegare il modo in cui appendo i miei quilt.
Fin dall’inizio, ho deciso di usare dei bastoncini di legno da sei millimetri di diametro (per i quilt più piccoli) o di alluminio, dello stesso spessore, quando ne servono di più robusti e capaci di sostenere da uno a due metri di estensione del quilt. Questi bastoncini sono facili da portare alla lunghezza desiderata con la sega a mano, e ne ho sempre una piccola scorta a casa.
Sul retro del quilt cucio tre o più passanti in cui infilare il bastoncino.
In questo modo il bastoncino, pur se invisible dal lato fronte del quilt perchè è ben posizionato nel retro, rimane accessibile per gran parte della sua lunghezza, e può essere appoggiato in modo immediato su una coppia di chiodini o su dei ganci (ne ho trovati giusti giusti con la curva ampia sei millimetri).
Da quando abbiamo traslocato, un anno e mezzo fa, abbiamo dotato le camere principali della casa di un sistema di binari montati a tre metri di altezza, da cui si calano i cavi tasparenti (la cui posizione è modificabile, perchè la sommità scorre nel binario) e sui cavi vengono posizionati i ganci, regolabili in altezza, così ogni cambio di allestimento non richiede interventi permanenti sulla parete.
Appena completo un quilt, posso dargli cinque minuti di celebrità, appendendolo in qualche punto della casa. E’ sempre difficile decidere quale quilt togliere, tra i precedenti, per far spazio ad uno nuovo. Alcuni quilt rimangono appesi solo una settimana... altri diventano dei preferiti, e riescono a mantenere la postazione per più di un anno.
In questo modo, l’atmosfera che c’è in casa può cambiare spesso. Sulle pareti più ampie, posso persino provare la combinazione di più quilt che formano un gruppo. Come questi tre, che hano fatto parte della mia mostra " Tagliamento, il re dei fiumi". Sono rimasta sorpresa dal piacevole effetto dell’azzurro chiaro che si abbinava bene agli arancioni intensi, tanto che questi quilt hanno traslocato nel locale espositivo mantenendo la stessa posizione.
Ho provato di nuovo a cimentarmi con la tecnica compositiva appresa durante il corso di Irene Roderick.
Su di me, questo metodo ha chiaramente l’effetto di attivare delle visioni.
Ho cominciato a raccogliere pezze di stoffa cucite per i lavori precedenti. Le ho affiancate a spirale, come in un motivo Liberty.
Appena ho aggiunto un po’ di colore alle curve, mi è sembrato che le figure si animassero in personaggi: vedevo una coppia di persone che si guardavano a vicenda, pronte ad iniziare un ballo. O forse no? Forse stava comparendo la sagoma di un corpo femminile, stampato in blu sulla tela, come nelle performance del pittore Ives Klein?
Ero quasi pronta ad intitolare il lavoro “un tango con Klein”, ma poi ho ruotato un po’ i pezzi... e subito è apparso un altro scenario: un mare popolato da nuotatori, che si confondevano tra le onde dorate del tramonto.
Il lavoro finale è risultato ancora una volta diverso. Ma a questo punto mi sono domandata: che fine hanno fatto le visioni sperimentate durante il percorso? Sono rimaste infilate tra i tessuti del quilt, come in una storia multi-strato, o hanno intrapreso strade tutte loro, indipendenti, nel mondo delle idee?
Mi piace salvare, in bustine divise per colore, tutti i più piccoli ritagli di stoffa. Se misurano un po’ più di un centimetro, vengono conservati come piccoli tesori.
Con questo materiale ho realizzato in passato delle pezze mosaicate, di cui ho parlato nel primo video dedicato all’improv.
Di recente ho fatto ordine fra i miei ritagli, e mi sono accorta che il blocco viola e quello giallo avevano dei colori in comune. Dunque, perchè non unirli?
È stata una occasione per sperimentare con la quiltatura: ho usato linee parallele, a distanze diverse, variando la posizione dell’ago.
Quando ero a buon punto con il lavoro, ho cambiato idea... non più un quilt rettangolare orientato orizzontale. Un nuovo taglio, e via! Ho cambiato forma, da rettangolare a quadrata, aggiungendo un po’ di rotazione. Come quando ho in mano la macchina fotografica e gioco con inquadratura e zoom.
Non è male dedicarsi ai mini quilt: si completano in poco tempo! Questo l’ho intitolato: “Transizione”, dedicato al passaggio graduale dal blocco viola a quello giallo che si sono fusi l’un con l’altro.
L’abitudine a disegnare mi ha accompagnata in molti periodi della mia vita.
Ricordo bene i soggetti del mio primo album da disegno, conservato sin dai tempi delle elementari.
Le tecniche creative che ho sperimentato tra un decennio e l’altro, si sono alternate tra disegno, fotografia, pittura su stoffa, ricamo, carta marmorizzata, fotografia creativa al microscopio (la “colorazione per interferenza”... che passione!). La scoperta recente del modern patchwork di tipo improv ha aperto a sua volta tutto un mondo, popolato peraltro da una affascinante comunità internazionale di appassionate della stessa tecnica!
Di recente ho ricominciato a disegnare. L’idea è nata osservando alcune illustrazioni fatte con la tecnica detta “doodle”, con scarabocchi ripetuti, e mi sono improvvisamente presa tutto il materiale necessario: penne colorate e carta da acquarello contenente fibre di cotone.
Nell’ultimo disegno ho tratteggiato cielo e nuvole con un motivo a spirali, che mi ha sorpreso per la facilità con cui è venuto fuori.
Poi mi sono resa conto del perchè.
Avevo ancora nella mano l’esperienza tratta da tutte le ore passare a cucire con la quiltatura “free motion”, spese soprattutto a riempire gli spazi con il motivo delle spirali.
Al che, mi son potuta dire: le tecniche creative diverse si aiutano a vicenda.
E guardando mie esperienze pregresse posso aggiungere che gli esempi non mancano.
Quando scattavo foto macro di fiori , ritagliavo l’inquadratura fino a far diventare il soggetto quasi astratto. Macchie di colore e curve dei petali che potevano essere affiancate in righe e colonne come in un mosaico.
I miei primi tre quilt avevano come soggetto un paesaggio, poi ho smesso e son passata alle tassellature astratte dell’improv.
L’idea con cui ho ricominciato a disegnare era quella di perdermi nei giochi geometrici, eppure dopo un po’ sono passata alle illustrazioni tratte dal mio archivio di fotografie di viaggio.
Ho ancora in mente alcune combinazioni da esplorare: mi sa che c’è ancora ampio spazio per provare ricette nuove!