Cucire insieme, con i colori del cielo

attivismo, collaborazioni, sull'improv

Oggi vi racconto di una iniziativa speciale: un progetto benefico promosso da Patchworkvictim, dedicato alle donne, che punta alla realizzazione di uno splendido quilt a due piazze.

Il seme di questa idea è stato piantato molto tempo fa, ed ora è tutto pronto per la partenza: non a caso, è stato scelto come inizio il 25 novembre 2020, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, e come arrivo l’8 marzo 2021, Giornata internazionale della donna. L’intervallo di tempo che collega queste due date verrà utilizzato per una maratona di cucito: sin dalla mia passata esperienza come componente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste, so bene che non basta limitarsi alla celebrazione di singole giornate, ma le buone pratiche vanno coltivate sul lungo periodo, ed insieme agli altri. Dunque, la meta di questo percorso di cucito è una azione concreta: devolvere l’intero ricavato dell’iniziativa all'associazione G.O.A.P., Centro Antiviolenza di Trieste, un gruppo di lavoro efficace sia nella promozione del cambiamento culturale, che nell’aiuto immediato.

Quindi, ci siamo! Per questo progetto sono necessari 132 quadrati di stoffa da 25 centimetri di lato. All’interno di ciascun quadrato, l’idea è quella di cucire usando la tecnica del modern patchwork di tipo improv: non a caso ne abbiamo parlato per diversi mesi anche in diretta zoom, provando a incuriosirvi su questa tecnica meravigliosa. Da parte mia, sarò presente insieme a Francesca di Patchworkvictim anche nella fase finale di unione di tutte le pezze: già mi preparo mentalmente alla volata finale!

Molte cose si son dette e si possono ancora dire sull’improv, ma se c’è una parola sola da utilizzare in questa occasione, è: composizione. Già: quanto spazio c’è dentro un quadrato di 25 centimetri di lato, per potersi avventurare nei giochi compositivi? La proposta di un percorso condiviso durante questa avventura, è quella di usare un improv minimalista: quando disponiamo pochi, magari piccoli, elementi su uno sfondo a tinta unita, l’esercizio grafico si fa più facile... o più impegnativo? Bella domanda: direi di rispondere provandoci direttamente, magari proprio con figure astratte. Una bella occasione per “lasciare il proprio segno”, e unirlo a quello di molte altre persone!

Le regole da rispettare sono semplici: scegliere tessuti solidi per lo sfondo del riquadro, e usare dei colori comuni tra tutti noi: il bianco e l’azzurro (o il celeste, o il turchese...). Dato che la destinazione del viaggio ci porterà verso la primavera dell’anno prossimo, perchè non toccare con le proprie dita, fin dall’inizio, i colori di un cielo primaverile?

Per partecipare bisogna segnalare la propria disponibilità, scrivendo a info@patchworkvictim.it ; sul blog di Patchworkvictim si trovano tutti i dettagli dell’iniziativa: troverete notizie sui partner, sulla scadenza per l’invio dei materiali cuciti, e l’indirizzo a cui spedire o portare il vostro lavoro.
Io non ho resistito e ho già iniziato a cucire i primi quadrati improv... spero che presto vi unirete anche voi!

Erba e fieno

sull'improv

Finalmente ho completato il mio secondo quilt realizzato con la tecnica “Wall dance”, appresa durante il corso con l’insegnante di modern patchwork Irene Roderick.

Ho provato ad abbinare il metodo compositivo appreso, che prevede di poter rimescolare le pezze sulla parete fino all’ultimo, con la mia consueta abitudine di accrescere le mosaicature in modo progressivo e lineare.  

Ero già a buon punto con questo lavoro, quando mi sono avventurata nella preparazione della mostra"Tagliamento, il re dei fiumi", e in quel momento mi ero anche azzardata a pensare che se mi davo una mossa, potevo includere questo quilt nella esposizione. Macchè: l’ho finito due mesi dopo!

E così lo sviluppo del lavoro prendeva parte ad altri momenti: come quello in cui ho parlato in diretta zoom, con Patchworkvictim , dell’improv di tipo assolutamente astratto (tipo i mosaici di piastrelle sotto l'acqua di una piscina), e, come esempio da mostrare, me ne stavo lì a cucire in diretta proprio alcune pezze gialle e verdi che poi sono entrate a far parte di questo quilt.

Fin dall’inizio ho pensato che il titolo di questo lavoro sarebbe stato “La mappa della cavalletta”. Vedevo campi di grano e fieno su cui saltellare secondo un ititnerario un po’ casuale e un po’ voluto, seguendo le frecce forse sì... e forse no.

Ieri ho appeso in soggiorno il pannello finito, e mio figlio ha ben notato come le stoffe fossero sparse un po’ qua e un po’ là in giro per il lavoro. Tant’è che ha proposto, per il mio prossimo quilt, la seguente tecnica compositiva: “Prendi i tuoi ritagli di stoffa, li lasci cadere a terra, e così come son venuti, li fissi e li cuci per farne un quadro”. Perchè no?

Il quilt che apparve a sorpresa

Mostre

Un paio di mesi fa mi è capitato di notare un post su Facebook che mi ha incurosito.
C’erano delle foto, delle parole, un numero, e dietro il numero si nascondeva qualcosa che mi suonava familiare.
Ho guardato meglio. Sì, era propio lui. A sorpresa, senza che ne sapessi il motivo, era apparso uno dei miei quilt. E stava facendo parte di una mostra di patchwork di cui non ero a conoscenza. Un evento organizzato dalle Quilter Elbane.

Avevo cucito questo quilt un anno prima.
Era nato per il concorso “Indigo, il colore dei sogni”, destinato alla mostra di patcwhork tenutasi a Vicenza in concomitanza della fiera Abilmente. Lo avevo intitolato “Stagno”.
(A dire il vero, mio marito aveva proposto un titolo assai più bello, “Ranodromo”, pista da corsa per le rane, ih ih!).
Avevo reso disponibile il quilt per i 15 mesi successivi, ma non mi aspettavo che succedesse più nulla, viste le cancellazioni di eventi e fiere che ne erano seguite. In pratica, me ne ero quasi dimenticata.

La notizia, condivisa su Facebook dalla mia amica Ariella, mi aveva permesso di dare di nuovo uno sguardo sul quel quilt, e sulla sua vita segreta. Avevo così appreso che “Stagno”, insieme ad altri lavori messi a disposizione da Quilt Italia che conservava i materiali del concorso “Indigo”, si era unito ai mirabili lavori delle Quilter Elbane che avevano realizzato la mostra: Patchwork l'arte di cucire il tempo.

In questa vicenda, mi affascinava immaginare le mani attente delle organizzatrici, tra cui avevo trovato il nome di Anna Diversi, che si erano prese cura del mio lavoro e degli altri, facendolo viaggiare fino a Portoferraio, appendendolo nello spazio espositivo, organizzando la mostra collettiva.
Io curiosavo per immagini su tutto questo, come se si trattasse di una festa a sorpresa.

Peraltro, queste foto erano le prime che vedevo da molti mesi, che mostrassero una esposizione di patchwork realizzata fisicamente, nel rispetto delle misure necessarie.
In quel momento (eravamo in pieno agosto), il mio timore di non poter più esporre i miei lavori in una sala per chissà quanto tempo, ha cominciato a dissolversi.
Forse, se ero abbastanza rapida da restare entro la fine dell’estate, un piccolo evento avrei potuto realizzarlo anche io.

E l’idea per l’esposizione: " Tagliamento, il re dei fiumi" ha cominciato a prendere forma.

Che nome dare ai mosaici patchwork?

sull'improv, eventi

Come vorrei avere un vocabolario tutto dedicato ai nomi per il patchwork. Una parola per ogni tipo di texture, per ogni composizione a tasselli grandi e piccoli.
Quando guardo i materiali al microscopio, c'è tutta una terminologia tecnica, ci sono atlanti e tabelle, che per ogni forma danno un nome. Ecco, facciamo così, prendiamo in prestito le parole usate dalla scienza. Ad esempio, "isotropo": è il nome giusto per un bel mosaico di pezze cucite sparse, che sembrano simili un po' in tutte le direzioni. Insomma, non mi direte che sono state davvero messe a caso, vero?

Eh, era questa la scusa, mi avete scoperta! Una bella occasione per dire che l'improv non si fa in modo casuale! Proprio di questo parlerò nella prossima diretta zoom del giovedì 24 settembre alle ore 1730 , in una nuova puntata degli incontri organizzati da Patchworkvictim sul tema dell'improv.
Per partecipare, basta chiedere di essere iscritti alla mailing list di Patchworkvictim , e riceverete il link di accesso alla discussione su piattaforma ZOOM, che sarà come sempre interattiva. Vi aspettiamo!

Le puntate precedenti sono raccolte al seguente link.

Inaugurazione della mostra: Tagliamento, il re dei fiumi

attivismo, Mostre

Sono lieta di annunciare che la mostra virtuale Tagliamento re dei fiumi, ora diventa una mostra fisica!
L'inaugurazione si terrà a Trieste sabato 26 settembre alle 18.00, grazie all'ospitalità della Associazione Atelier dell'Arte, e sulla pagina Facebook MostraTagliamento saranno trasmessi in diretta gli interventi di apertura.

Ho sperimentato per questa occasione le stampe fotografiche su alluminio e su acrilico, e non vedo l'ora di mostrarle anche a voi! Ho raccolto i quilt a tema fiume e dedicati al Tagliamento, chissà come vi sembrerà l'accostamento tra queste due tecniche? La sala espositiva di via Raffineria, con ampi spazi in stile Liberty, ci permetterà di stare comodamente distanziati; sarà necessario prenotare la partecipazione fino ad esaurimento posti.

Avremo ospite Massimo Moretuzzo, promotore della petizione per il riconoscimento del Tagliamento come Patrimonio Naturale Unesco su change.org . Ho scoperto e sottoscritto la petizione on-line solo qualche giorno fa, e con piacere vedo che nel corso dei giorni i sottoscrittori si sono aggiunti a migliaia. Spero che la sua diffusione continui!

Non è farina del mio sacco usare per il Tagliamento le parole "re dei fiumi alpini". La letteratura scientifica estera, tedesca e svizzera, ha creato questa definizione, a partire dall'articolo: "den König der Alpenflüsse" di Mueller e Cavallo, e proseguendo con le ricerche di Tockner e colleghi secondo i quali:"Il fiume Tagliamento è un ecosistema modello di importanza europea". Pur conoscendo bene il paesaggio del fiume, dopo aver studiato questi articoli ho riscoperto perchè le immagini che ho scattato nel tratto che va da Amaro a Cornino (e che sono presenti nella mostra) sono tra le mie preferite. Non è un caso che i colori, la vegetazione, le storie di animali registrate nel diario, siano stati più caratteristici proprio qui: perchè dalla mappatura è emerso che queste aree esprimono la maggiore biodiversità.

Venite a rivederle di persona: siete invitati.

Un fiume sul filo: è il momento di agire

attivismo

Quale scopo può essere assegnato a un quilt? Questa domanda non ha una risposta singola. Tante possono essere le istanze di un gesto creativo, che solo nel mondo del patchwork ci hanno dedicato un libro , raccogliendo interviste di quilter illustri impegnati nell'arte, nel gesto politico, nel sociale.
Non posso esser da meno. Anche io ho qualcosa di importante da far dire ai miei lavori.

Oggi vi racconterò la storia di alcuni quilt che considero speciali.
Ne ho trovati almeno tre.

Da quando il mondo dell’ambientalismo e della cultura sono scesi in campo per "salvare dal cemento"l’ultimo fiume selvaggio d’Europa, il Tagliamento, tutti i ricordi degli assidui contatti che ho avuto con questo splendido fiume sono riaffiorati alla mia mente.

Le composizoni patchwork che gli ho dedicato sono tre: la prima è intitolata "Re".

"Re" è una composizione che riempie gli occhi con i colori che si rispecchiano, tra acqua e cielo, lungo il corso del fiume Tagliamento. Re dei fiumi alpini, il più grande d'Italia, è considerato un modello per recuperare la naturalità di altri fiumi europei. Ma ora, dei progetti per collegamenti autostradali e sbarramenti sul fiume lo mettono a rischio!

Le sue acque sprofondano e riemergono grazie all'affascinante fenomeno delle risorgive. Il suo ampio greto espone il bianco dolomitico e calcareo di sassi e ghiaie. E anche le pietre sono presenti tra i colori del quilt.

Il nome di questo quilt è "rotolacampo". Come le piante che migrano, che abbandonano le radici e si lasciano portare dal vento. Come i cespugli dorati che ho visto accumularsi tra i rami del Tagliamento. Come le specie che viaggiano dalle Alpi all'Adriatico, chiedendo un passaggio al fiume.

Il mio ultimo quilt torna ancora a lui. L'ho chiamato "Diga", perchè volevo ricordarmi del weekend a Forni di Sopra, dei giochi di mio figlio con i suoi amici sull'alto Tagliamento. Dighe di piccoli sassi spostati da manine immerse per ore nell'acqua fresca. E intanto io risalivo il fiume, e mi ricordavo delle appassionate domeniche che avevo speso anni prima ad esplorarlo.

E' stato facile ritrovare i lavori realizzati in passato, con il Tagliamento nella mente. Mi è parso di aprire un vaso di Pandora!

Ho scritto un diario che teneva nota delle mie lunghe escursioni sul greto. Rieccolo qua, al seguente link: potete leggerlo anche voi.

Ho usato per anni la fotografia come mezzo di espressione. Riapro la porta di un mondo che è parte di me, nel momento in cui raccolgo i miei scatti preferiti del Tagliamento e li condivido pubblicando una galleria virtuale.

Cominciare ad agire, aiutata da quanto raccolto negli anni, a favore di questo meraviglioso fiume, per me è stato un battito di ciglia.

Vi faccio un invito: sottoscrivete anche voi la petizione su change.org affinchè venga dato al Tagliamento uno statuto di tutela. Che il Tagliamento diventi presto Patrimonio Mondiale naturale Unesco

Più libertà del solito

sull'improv

Ho atteso per due mesi l’arrivo del corso “Quick Steps” tenuto da Irene Roderick su piattaforma virtuale. Ero così impaziente che gli ultimi giorni facevo il conto alla rovescia.

Ora che l’ho frequentato posso dire che ne valeva la pena.

Ho provato il suo metodo, che lei chiama “walldance”, danzare con la composizione. Ho dovuto abbandonare alcune abitudini, come quella di cucire sempre le stesse forme e tassellature; o quella di fissare i blocchi man mano che vengono creati. Togliere questi vincoli ha aperto una marea di possibilità, fin quasi a rischiare che il percorso scappi di mano...

Questo approccio impone un continuo esercizio grafico: ogni cambio della bozza di composizione porta una sorpresa, ogni visione evoca nuovi soggetti...

Fin dal mio primo esercizio, le poche pezze che stavo unendo hanno assunto molteplici forme: ci ho visto le onde del mare, le gondole a Venezia, le grafiche dei poster che promuovono i festival estivi, una pistola col grilletto (aiuto... questa ho dovuto smontarla subito!), un cavallo che fissava un cane, uno stemma di famiglia medievale, un collage di cartone, una decorazione in stile Liberty...

Mi è capitato di incagliarmi, di tirar giù tutto quello che avevo costruito e ricominciare da zero. Ad ogni variante dovevo risolvere problemi grafici, ribilanciare tutto il lavoro, e a momenti il cervello andava in ebollizione...

Insomma, un esercizio che non dimenticherò. E che mi farà vedere i metodi adottati in precedenza sotto una nuova luce.

Intrecci di pezze e di storie

collaborazioni, sull'improv

Lo scorso autunno ho scoperto i lavori straordinari di Leslie J.  Riley. Le sue texture sono ricche di motivi secondari, di ondulazioni di colore: composizioni incredibili! Ho deciso quindi di cominciare un esercizio sulle tassellature. Righe e colonne? Rosette? Colori simili? Colori contrastati? Mi son preparata delle prime pezze costruite in modo sistematico, per tenerle a mano come mezzo di confronto.

Lo scorso inverno mi sono iscritta alla Associazione di Patchwork locale “Biechi Mati”, attenta non solo al patchwork tradizionale, ma a tutte le tecniche più varie da sperimentare. Come da loro invito, abbiamo condiviso un pomeriggio presso la loro sede, in cui loro hanno tirato fuori le varie macchine da cucire disponibili, io ho descritto le mie pezze con i vari esercizi di texture, e abbiamo cucito insieme composizioni improv per tutti il pomeriggio.

La scorsa primavera, Francesca ha messo a disposizione la piattaforma Zoom, in modo da poter ripetere l’esercizio sulle tassellature improv in forma virtuale ed interattiva per le iscritte alla newsletter di Patchworkvictim. Nel primo appuntamento di quella che è diventata una serie di incontri, ho cucito ulteriori elementi a forma di righe e colonne: lo si può vedere al primo video di questa pagina (e sul canale you tube di Patchworkvictim).

Questa estate ho ripreso in mano la composizione a righe e colonne improv, e mi sono detta che era il momento di svilupparla in ampiezza. Ora che il lavoro è completato, mi sembra di veder cuciti, tra una riga e l’altra, anche i contributi di tutte le persone che erano presenti durante la realizzazione di questo quilt!

Partecipazione al Festival of Quilt

Mostre, eventi

L’anno scorso ho proposto l’idea di un viaggio di famiglia a Birmingham: l’occasione per mostrare Londra a Diego e, per me, una scusa per visitare il Festival dei Quilt di Birmingham. Ne abbiamo parlato con degli amici, che quasi quasi si sarebbero uniti a noi, ma poi il tutto è stato rimandato al 2020.

L'estate 2020 è ormai inoltrata, ma noi non abbiamo preso nessun volo per l’Inghilterra: ci siamo limitati a prenotare qualche giorno in montagna, per restare nella nostra regione.

Però, ho avuto comunque la mia occasione di partecipare all’evento di Biringham: infatti, per quest’anno, il Festival of Quilts è stato presentato in forma virtuale!

Oggi ho assistito alla inaugurazione on-line, e le emozioni non sono mancate: come nella notte degli oscar, il presentatore faceva sapienti pause prima di annunciare: “Il vincitore è...”; e lo ha fatto ben quindici volte! Tante, infatti sono state le categorie del "concorso virtuale"promosso dal Festival. Tra i lavori premiati ce n’erano alcuni molto eleganti, e persino i bambini di fascia di età dai 5 ai 9 anni hanno partecipato nelle categorie dedicate ai giovani.

Ho partecipato alla competizone con il mio quilt “Bagnasciuga”, ora visibile nella mostra collettiva sul sito del Festival, nella categoria dei contemporary quilts, dedicata tra le altre cose all’uso delle applicazioni: le uso raramente, ma in questo quilt sono presenti.

In “Bagnasciuga” si intravedono una spiaggia e i colori del mare, luci giallo verdi sulle creste delle onde, sassi e conchiglie. La forma a bandiera mi ha permesso di giocare con la direzione della fascia: le tre striscie trapuntate a doppio trasporto, al centro del lavoro, tendono all’astratto.

Anche Giovanna Nicolai espone un suo lavoro nella mostra virtuale del festival, nella modern category . Adoro questo suo quilt “Fluorescent hope”: lo si vede anche nella pagina principale del sito che ospita il nostro progetto Quilt Improv Studio, condiviso con Carla Beretta. Giovanna aveva scritto in un suo recente articolo, proprio sul mondo del patchwork che amplia la sua presenza on-line: “Parteciperemo a cerimonie inaugurali direttamente da casa”: in effetti è quello che ho sperimentato oggi, quando mi sono connessa alla diretta da Birmingham insieme ad altre centinaia di quilter, durante la mia pausa pranzo, mentre gustavo un piatto di spaghetti al ragù.  

Un triangolo in fuga

sull'improv

Ho iniziato questo lavoro in occasione di un corso di patchwork tenuto da Daria Blandina e Roberta Sperandio, le cui attività possono essere seguite sulla pagina D+R Patch Fun.

Anche se ha uno stile prevalentemente modern, non ho pianificato nessuno schema: la posizione di ogni pezza è stata scelta in modo improvvisato, cucitura dopo cucitura, e alcuni ritagli di lavori precedenti son riusciti ad intrufolarsi nelle figure più piccole.

Le combinazioni offerte dai triangoli equilateri mi hanno stupita: dopo le prime striscie, sono apparsi degli esagoni inattesi; dopo le striscie successive, si son fatti vivi dei triangoli più grandi e mosaicati. Più guardavo il lavoro che si sviluppava, più scoprivo nuove forme. Se contavo il numero dei triangoli apparenti, notavo che si moltiplicavano: c'erano quelli con i bordi ben definiti, quelli con i bordi parziali e a scomparsa... mi ero immersa in un gioco matematico di caccia al tesoro!

Prima di iniziare, mentre sceglievo i blu e i verdi, avevo in mente un paesaggio di montagna con la sua distesa di abeti. Quando una amica ci ha fatto visita, ha visto il top appeso in studio e ha proposto l'immagine di un lago con i boschi riflessi sulla sua superficie. Nei giorni successivi, un'altra amica ha commentato la foto di questo lavoro con la suggestione di acque cristalline. Adoro queste proposte: ammettono che molte interpretazioni sono permesse.

Il segno più marcato però è stato impresso dalle parole di Davide: da quando mi ha detto che il quilt gli fa pensare alla Barcolana, ora anche io non posso più smettere di vederla!
La Barcolana è l'evento più importante che si svolge da oltre cinquant'anni nella nostra città: una regata che riempie il golfo con la vista di migliaia di vele. Chi vive a Trieste ne conosce bene le inconfondibili immagini: quanti di noi sono saliti sull'altopiano per goderne meglio il panorama? Per sentirsi più vicini all'elicottero che ronza per la diretta tv, offrendo viste aeree che puntano alla barca in fuga verso la vittoria oltre il faro? Le raffigurazioni dell'evento si moltiplicano nelle mostre fotografiche, nei poster fissati ai pali delle vie del centro, nei simboli grafici tipicamente triangolari, e nei loghi su gadget e magliette che indossiamo tutto l'anno.
Ogni luogo ha le sue immagini simboliche, per cui mi rendo conto che se intitolo il mio quilt "Barcolana", potrà capitarmi di doverlo spiegare a chi non è di Trieste. Occhi diversi vedono cose diverse su uno stesso pannello, a seconda della loro esperienza visiva pregressa.

Devo ammettere che in passato non mi sentivo molto a mio agio con i triangoli: forse non mi venivano in mente idee su come attaccarci le figure adiacenti.
Eppure, durante questa composizione, i triangoli mi hanno parlato entrambe le lingue: quella dei segni astratti, quella dei soggetti figurativi; e le possibilità si sono stratificate, un pezzo di stoffa dopo l'altro.
Quindi, posso ben dire che la prossima volta, quale che sia la figura con cui cimentarsi, potrò lasciare a lei la libertà di provare ad esprimersi a modo suo!