Nel corso di questa settimana ho avuto la possibilità di parlare al gruppo Beyond Borders, parte della Modern Quilt Guild, del modo con cui compongo i miei quilt usando come punto di partenza frammenti e residui di stoffa.
A me piace conservare i ritagli di stoffa fino all'ultimo pezzettino e mi lascio guidare dalla forma di questi elementi mentre compongo i miei quilt. Ad esempio, prendiamo il lavoro intitolato River gone green: come è nato questo quilt?
Questo quilt è iniziato a partire da resti di un lavoro precedente. Si trattava delle aree verdi visibili nelle seguenti immagini, in fondo a destra: pezze verdi che alla fine non avevo usato del tutto, quando cucivo “Open air” (lavoro al momento parte della mostra SAQA global: Abstraction: textural elements). Solo una minima traccia di verde è rimasta a far parte del quilt finito. Le striscioline tagliate via possono essere usate per tracciare linee della composizione in corso d'opera: come si può vedere nell'immagine di seguito.
In questo periodo, quando non ho molto tempo per cucire, continuo ad utilizzare i ritagli di stoffa, e ho pensato ad un loro uso alternativo: traccio rapidamente una composizione e la conservo come fotografia. Nelle foto aggiungo materiali raccolti durante le passeggiate come nella mia prima mostra fotografica di vent'anni fa: Frutta, fiori e vecchi merletti.
Più di recente, nelle mie foto composizioni, ho aggiunto ritagli ricevuti da amici. Nella immagine di seguito compaiono frammenti non solo di stoffa ma anche di carta. Quelli di carta li ho ricevuti da Ally Ryde, insegnante di design. Grazie Ally per avermene fatto dono tempo fa: ora i tuoi materiali sono diventati l'inizio di qualcosa di nuovo.
Vorrei continuare in questo modo: tenermi in contatto con le persone che cuciono patchwork come me, ricevendo un po’ di quello che rimane dai loro lavori in corso, per usarlo nell'esercitarmi a scattare foto composizioni. Il nome di questa serie di immagini sarà: “design with a friend”. Una piccola quantità di pezzi può essere inviata per posta, e io farò stampe delle foto realizzate, da restituire in una busta o come cartolina. Chi vuole unirsi è benvenuto.
L'ultimo quilt che ho completato, intitolato “Spot the dot”, è stato selezionato per la mostra "Camouflage”, curata da Lorraine Roy, vuole celebrare le meraviglie della natura e l'arte del mimetismo, tema proposto dalla socia SAQA Leilani Purvis.
Una mostra che sarà inaugurata a breve, il 31 ottobre, nell’International Quilt Festival, a Houston in Texas. La mostra continuerà a girare fino alla fine del 2027, a partire dalle seguenti sedi: Arizona-Sonora Desert Museum, Tucson, Arizona (luglio – settembre 2025); Zoo di Detroit, Royal Oak, Michigan (dal novembre 2025 al febbraio 2026).
In questo periodo sono cinque i miei quilt che fanno parte di mostri itineranti di SAQA , un'organizzazione internazionale non profit la cui mission è promuovere gli art quilt, che ringrazio per l'opportunità e le iniziative che riesce a organizzare.
Questa è la storia del quilt “Spot the dot”.
Come ti comporteresti se avessi un'identità mista, come quella di un punto bianco e nero, anzi, del bottone bianco e nero che compare in questo quilt?
Faresti come i pois neri che vanno in giro esplorando opportunità e cercando un varco attraverso cui uscire in libertà? O piuttosto andresti a caccia di un angolino sicuro, nascondendoti in mezzo alla folla, intrufolato in una scatola, in mezzo ad altri bottoni che hanno un aspetto sufficientemente simile al tuo?
Ok, mettiamoci in un'altro punto di vista. Acquisiamo la visuale dell'osservatore, che può facilmente avvistare ogni dettaglio. Il nostro cervello è fatta apposta per collegare i puntini, per andare dritto al punto. Quindi, dove vi porterà questa caccia al tesoro?
Provate a contarli e ditemi se siete riusciti a trovarli tutti, fino all'ultimo punto.
Ho iniziato i preparativi per il viaggio in USA e per QuiltCon 2024 con quattro mesi di anticipo. In quei giorni, Fabia Delise aveva segnalato la mostra retrospettiva dedicata all'espressionista astratto Mark Rothko ospitata dalla Fondazione Louis Vuitton. Tempismo perfetto! Ho potuto abbinare le iniziative e far passare il mio tragitto di volo per uno scalo a Parigi. La mostra di Rothko è stata per me una esperienza speciale. I suoi grandi dipinti mi suggerivano la presenza di orizzonti aperti, di mura o colonne, mi attiravano al loro interno in un tuffo o in volo... L'effetto di luminosità degli spazi e degli ambienti era ben trasmesso al mio sistema di percezione visiva. Questa mostra mi ha fatto venir voglia di spendere più tempo all'aria aperta o, come dice la mia amica paper engineer Annalisa Metus , di passare ogni giorno almeno un'ora en plein air.
Ho speso il resto del tempo a Parigi visitando la zona de La Défense, dove ho ritrovato il monumento “Iris” di Raymond Moretti, immerso tra grattacieli illuminati nella notte.
Una volta giunta a destinazione, a QuiltCon, ho incontrato un vecchia conoscenza: l'architetto e autore di quilt Scott Culley. Il suo lavoro Shadow aveva appena vinto il primo premio nella categoria "Piecing". Congratulazioni Scott! E' solo allontanandosi dal lavoro, che si comincia a riconoscere la composizione di un volto. Scott aveva già realizzato quilt basati su effetti visivi, come il suo precedente lavoro Mask-3.
Pochi giorni prima di partire per QuiltCon, avevo letto la notevole storia del quilt Reconceived realizzato da Jennifer Candon, e di come lei sia consapevole dell'effetto visivo ottenuto con le combinazioni di zone piene di energia, alternate ad aree più calme, nelle composizioni dei suoi quilt. Le avevo scritto che scommettevo nella vincita di un premio... e così è stato! Il suo lavoro ha ricevuto il primo premio nella categoria Improv.
In questa foto si può vedere come sia grande il lavoro di Jennifer (a destra), mentre al centro spunta il mio quilt "Night lights" selezionato per partecipare a QuiltCon.
Night Lights è inteso come un lavoro astratto, ma parte da esperienze reali. Quasi ogni giorno riesco a camminare fino al lungomare, e i colori cambiano sempre con le stagioni. D'inverno basta andarci a fine pomeriggio, per trovare una condizione estrema: un cielo nero sopra l'orizzonte di acqua nera. Adoro gli ultimi passi sulla cima del molo, nella luce naturale, quando l'ultimo lampione e i suoi riflessi sulle onde sono rimasti alle spalle.
Sono stata contenta di trovare, tra i quilt esposti, anche il lavoro Iridescence realizzato da Julie Reuben , che è stato selezionato anche in un'altra mostra, Abstraction: Textural Elements (SAQA Global Exhibition) , insieme ad un mio altro lavoro, Open air. Julie esegue la quiltatura a mano, un lavoro certosino incredibile, e collocato in una zona che mi colpisce sempre: il limite della visibilità.
E' uscito il terzo ed ultimo episodio della mini serie di video "Le vite segrete dei quilt" di questa estate! Potete trovarlo sul blog di Patchworkvictim e sul suo canale YouTube , e qui sopra! Questa puntata racconta la storia del quilt "Aria libera" e, come di consueto, rivela alcuni dettagli sui tessuti utilizzati.
"Aria libera" risale al periodo di fine pandemia. L'ho iniziato a cucire in occasione di un workshop con Irene Roderick, che avevo avuto l'opportunità di seguire tramite incontri virtuali. E' un quilt dedicato alla sensazione che si prova quando si esce di casa dopo un lungo periodo passato al chiuso. Appena si arriva fuori dal portone, la luce della primavera ti sorprende e quasi ti abbaglia. Ancora oggi questo quilt mi restituisce una piacevole impressione di libertà all'aria aperta.
In questo lavoro ho anche utilizzato stoffe stampate contenenti delle parole. E' una idea nata quando ho conosciuto la quilter Linda McLaren: è stata lei a propormi di usare stoffe con testi stampati, in occasione di uno scambio di mini quilt che avevo fatto con lei. Ho continuato a usare stoffe con del testo anche qui, diffondendo le parole in posizioni a volte volute, a volte causali... e se si cercano strane connessioni, si potrebbe dire che questo quilt nasconde un messaggio in codice.
Nel Marzo 2023 ho avuto l'opportunità di presentare il mio percorso creativo in qualità di ospite di SAQA Texas, in un incontro zoom moderato da Susie Monday, Rappresentante Regionale per il Texas di Studio Art Quilt Associates. Susie, insieme a me, avrà un quilt esposto nella mostra Color in context: Red , esposizione itinerante di SAQA globale.
Nella mia presentazione, ho parlato delle texture che osservo in natura e nella mia esperienza professionale.
Nella mia tesi di laurea ho cominciato ad usare la microscopia, e le immagini più belle hanno preso parte ad un progetto di divulgazione scientifica che è stato esposto in varie sedi italiane per alcuni anni.
Il mio rapporto professionale con le immagini include oggi la microscopia ottica ed elettronica a scansione, le radiografie e tomografie, le acquisizioni ad ultrasuoni, che offrono soggetti grezzi e astratti da cui distillare del significato tecnico.
Quando affianco i miei mosaici patchwork alle immagini che ottengo al microscopio, a volte trovo delle similitudini. L'ultimo lavoro che ho cucito assomigliava fin troppo alle microstrutture austenitiche degli acciai inox, e non lo avevo fatto apposta! Non faccio volontariamente riferimenti diretti, ma le immagini che affollano la mia mente, in qualche modo, influenzano i miei quilt.
Dopo aver dedicato diverso tempo a questo argomento, mi sono convinta che le immagini ricche di texture danno spontaneamente l'effetto di un paesaggio. Fin dai tempi antichi, la nostra mente doveva saper riconoscere un frutto nel denso fogliame della foresta, un movimento nell'erba presagio di un animale in avvicinamento.
Siamo specializzati nell'osservazione delle texture. Ed è sempre una splendida esperienza.
La scorsa primavera mi sono inscritta ad un workshop virtuale con l'insegnante David Owen Hastings, un corso intitolato: Inspired by art. Come fonte di ispirazione ho scelto le dettagliatissime mappe stampate dall'artista grafico Thomas Ashley. Il workshop è stato interessante e vario, e ha stimolato l'immaginazione, fin dall'inizio in cui David ha mostrato diverse foto della natura che lo circonda, nel luogo in cui vive, negli Stati Uniti.
Era notte fonda mentre cucivo durante il corso, per motivi di fuso orario, e tra una visione quasi sognante e l'altra sono riuscita ad abbozzare l'esercizio del corso, accostando alcune pezze cucite sulla mia parete compositiva, il design wall. Era da un po' che riflettevo sul soggetto "mappa", ma avevo anche dei dubbi, perchè ero preceduta da esempi illustri del mondo del patchwork, come Alicia Merret, Leah Evans e Niraja Lorenz , per cui mi chiedevo: ma c'è davvero bisogno di cucire ulteriori mappe? Nei giorni successivi al corso ho avuto l'opportunità di scambiare alcune mail con David, che mi ha incoraggiata. Ho messo da parte il progetto della mappa in un angolino della mente, riservandogli un posto di riguardo.
Questa estate l'occasione di concentrarsi sullo stesso tema è tornata, grazie al gioco promosso da Quilt Improv Studio, Pop improv challenge, che era dedicato all'uso di colori squillanti e dei riferimenti all'estetica della Pop Art. Mi sono dunque sentita autorizzata a cucire nuovamente frammenti verdi che suggerivano l'aspetto dei campi coltivati. All'improvviso (come può accadere cucendo in modo improv), una delle forme che ho tentato di comporre si è accesa, per me, di significato. Non ho osato spostare gli spilli per ritoccare la visione. In quel momento, ho trovato la risposta ai miei dubbi precedenti, ovvero: "Dipende da cosa vuoi dire con la tua mappa".
Ecco allora la storia del quilt che ho realizzato per il gioco Pop Improv. Il suo titolo è: "Il fiume che diventò verde".
Quest'estate la nostra vacanza di famiglia si è svolta in Spagna, nella antica città di Valencia. Valencia è stata fondata come colonia romana nel 138 Avanti Cristo. Come sito per porre la prima pietra, è stato scelto il basso corso del fiume Turia, soggetto a frequenti alluvioni che rendevano fertili i campi circostanti. Valencia oggi è una delle città globali più importanti al mondo, essendo un nodo primario della rete economica globale. Si è trasformata molto, ha attraversato secoli di sviluppo e questo ha modificato radicalmente la sua relazione con le risorse naturali. Nel 1957 è stata scossa da un evento tragico che ha spazzato via le costruzioni ormai addossate sui fianchi troppo stretti del fiume Turia: la Alluvione di Valencia , che ha profondamento segnato la vita e l'economia del luogo. In reazione al disastro, la convivenza del fiume Turia con la popolazione venne terminata. Il precedente corso del fiume venne trasformato in una lunga striscia di parco urbano, Il Giardino del Turia. Uno spazio verde lungo diversi chilometri, dove anche noi abbiamo passeggiato, leggermente sprofondati rispetto al livello del suolo, circondati da alberi e prati collocati ad una altezza insolita.
Usare colori acidi e saturi come è tipico della estetica Pop Art, per rispettare i dettami del gioco di Quilt Improv Studio, è risultato perfetto per trasmettere il messaggio di ciò che avviene quando si trasforma la Natura in un pacchetto da consumare, ormai del tutto artificiale. Come nel caso estremo del greto del fiume Turia, non più percorso dal flusso d'acqua, ma ora diventato verde come lo scintillio di un fantasma, che dell'antico fiume conserva solo la forma.
Oggi, la consapevolezza che i fiumi sono (e devono essere) paesaggi in continuo mutamento, impossibili da imbrigliare in un canale troppo rigido (come accaduto alla maggior parte dei fiumi del mondo), è ben consolidata nella comunità scientifica.
Lasciare ai fiumi lo spazio richiesto dalle loro variazioni di portata è più sicuro del costruire ed edificare al ridosso dell'argine. I pochissimi esempi rimasti di fiumi che conservano le loro caratteristiche naturali ed originarie (come il meraviglioso Tagliamento , proposto come candidatura del patrimonio Unesco), sono oggetto di studio e vengono imitati nei progetti di rinaturalizzazone supportati da direttive europee. Chi l'avrebbe detto che onorare la natura selvaggia dei fiumi rende più sicure le comunità che vivono al loro fianco?
Nel corso di questo mese ho visitato per la prima volta l' European Patchwork Meeting (EPM). Lo spunto per andare a visitarlo è venuto dalla speciale occasione di avere uno dei miei quilt, "Est", parte della mostra di SAQA dal titolo Wide Horizons: ho dedicato un pomeriggio insieme a Giovanna, alla presenza presso lo stand di SAQA, per dare loro il benvenuto alla mostra. Che onore!
Paola and Giovanna at SAQA standle spille di SAQA e la mostra
Ho dedicato i primi due giorni della visita agli incontri con le persone che avevo incontrato finora solo on-line, in occasione dei giochi di Quilt Improv Studio: questa parte della storia è raccontata nell' articolo pubblicato sul sito di Quilt Improv Studio.
Il terzo giorno di visita ho proseguito per conto mio negli altri paesini della val d'Argent facenti parte della rassegna, dove erano distribuite ulteriori sedi espositive. Lì, ho potuto scoprire i lavori di Priscilla Bianchi , che mi hanno dato un forte senso di come si possa comporre con colori brillanti e contrastati.
Inoltre ho subito adocchiato gli inconfondibili quilt di Alicia Merret e Betty Busby, che ho sempre ammirato per la loro capacità di creare textures.
“Fishing for colour” di Alicia Merret“Fly away home” di Betty Busby
E' stata per me una bella scoperta familiarizzare con i lavori di Misik Kim: ho dedicato molto tempo ad osservare i dettagli e le fini variazioni introdotte nel suo lavoro "The connection".
“The connection” di Misik Kim“The connection” di Misik Kim, dettaglio“The connection” di Misik Kim, etichetta
La cosa che non mi aspettavo è stata che ho potuto imparare non solo dai lavori astratti ed improv, ma anche dai quilt figurativi, pur non essendo parte del genere con cui lavoro. Ho apprezzato la grande cura sia dei dettagli che dell'insieme, adottata da Denise Labadie: immergermi nelle immagini da lei create con la stoffa, mi ha riportata ai tempi dello storico viaggio in Irlanda con la mia compagna di scuola Ambra.
Per concludere, la esperienza più emozionante è stata la chiacchierata con Scott Culley : non avrei mai immaginato che in una persona che cuce con la tecnica "English paper piecing", che certo non è il mio genere, avrei potuto trovare degli elementi in comune! Eppure, ammirare i suoi quilt dal vivo, mi ha dato davvero il senso di come ci si possa appassionare a cucire infiniti frammenti di stoffa, sia che si tratti di composizioni improv come faccio io, sia che si tratti di progetti figurativi come i suoi. Peraltro, realizzati portando un forte messaggio. In quel momento, mi sono davvero sentita in buona compagnia!
E' uscito un secondo episodio della serie di video "Le vite segrete dei quilt!" Potete trovarlo sul blog di Patchworkvictim e sul suo canale YouTube ! Come nelle vere storie degli agenti segreti, qui troviamo dei quilt misteriosi che si materializzano, a partire dalla loro versione digitale visibile solo in fotografia, in una apparizione in vera presenza fisica, pronta per una missione da veri 007 .
Questo episodio infatti narra della prima comparsa nel mondo reale delle mostre, fino a quel momento solo virtuali, organizzate da Quilt Improv Studio , che ho avuto il privilegio di vedersi concretizzare tra le mie dita qua a Trieste in occasione della esposizione "Racconti d'ago e pennello": da varie parti d'Italia sono giunti qui da noi lavori come il quilt "Delirium" cucito da Carla Beretta, che ha creato il progetto Quilt Improv Studio insieme a Giovanna Nicolai e a me. Per chi non ha potuto sfiorare la mirabile quiltatura free motion che ne impreziosiva la superficie, la immagine di seguito può rivelarne alcuni dettagli.
Nei seguenti link si possono trovare tutti i riferimenti emersi nella chiacchierata video con Francesca: la galleria Instagram in cui giorno dopo giorno vengono pubblicati i lavori di chi gioca con noi, cucendo in modo improv lavori ispirati a semplici regole di design scelte assieme mediante sondaggi. Alcune partecipanti hanno candidato i quilt realizzati in occasione dei nostri giochi per il concorso di QuiltCon tenutosi nel febbraio 2022 a Phoenix negli Stati Uniti: si tratta di @aquilterstable, @quiltcreation e @kathycookquilts; @sakuraquilting inoltre è stata premiata come artista emergente con il suo quilt realizzato per il gioco Orange Summer challenge e @hollygrovethreads a sua volta è stata premiata al festival di Greenville con il suo lavoro cucito in occasione del gioco Primary Improv challenge. Non si può negare che tra i poteri segreti dei quilt ci sia quello di unire le persone superando i confini: se volete partecipare anche voi a questi giochi on-line potete dare un'occhiata all'ultima sfida lanciata da Quilt Improv Studio: Pop Improv challenge!
Non resta che concludere con una chicca finale, ovvero la mia gag preferita su James Bond, messa in scena dai fantastici Lillo e Greg: buon divertimento!
Lo studio dove cucio è condiviso con DaveTheWave, che vi raccoglie la sua collezione di strumenti per comporre musica elettronica e non solo. Durante le vacanze recenti ho avuto l'opportunità di cucire in sua compagnia, mentre lui completava la sua ultima composizone, "Fragole con la panna". La sua musica mi dava il ritmo giusto per ripetere le tessere della mia mappa aggiungendo un pizzico di variazione alla struttura dell'insieme.
Mi piace cercare spunti nella improvvisazione della musica, per procedere nella improvvisazione dei lavori cuciti. Se si prende un buon ritmo, il bilanciamento tra controllo e spontaneità sviluppa un flusso continuo di forme. Potrei allenarmi come si fa per lo sport: dopo aver reso automatici i movimenti fondamentali, durante una partita si deve reagire in tempo reale alle dinamiche del gioco...
Alcuni mesi fa, mentre camminavo in città, alzando lo sguardo ero rimasta così colpita dallo splendido azzurro che dipingeva il cielo, tra i nuvolotti perfettamente bianchi, che avevo deciso di dedicare un quilt a questi colori.
In questo precedente articolo sul blog ho raccontato com'è stato l'inizio di questo lavoro. Dopo aver raccolto le mie stoffe azzurre preferite, che permettevano un effetto combinato del colore desiderato, ho tentato di rendere l'idea della forma delle nuvole, ma sembrava che dovessero avere una misura reale ampia chilometri, per farmi immergere in un vero cielo...
Quindi ho cambiato piano. Mi sono detta che bastava un simbolo. Un dettaglio del cielo, uno piccolo soltanto, una curva catturata tra due forme di nube cicciottella...
Alla fine non mi sembra niente male, la possibilità di tenere tra le mani un segno del nostro soffitto così remoto. L'ho intitolato: "Lo spazio tra le nuvole".