Nuovi inizi

disegno, Mostre, tecniche creative

L'anno è iniziato con molti spunti esplorativi e voglio annotarne alcuni.

I primi giorni di vacanza li ho dedicati al disegno. Ho sempre disegnato, ma solo ora ho messo in ordine i lavori passati, le loro categorie, e ho iniziato a dedicare più tempo a lavori nuovi. Questo atto di attenzione, da solo, mi ha fatto venir voglia di disegnare tante nuove cose.

Sto leggendo il libro del grafico e filosofo del design Riccardo Falcinelli, Visus, e dalle prime pagine ho già imparato che i miei lavori recenti, che sono molto basati sulla linea e sul contorno, usano una tecnica consolidata in tempi moderni dal fumetto. Inoltre condivido l'idea espressa all'inizio del libro, che dice che noi disegniamo e creiamo quello che vogliamo avere vicino: e nel mio caso si tratta di ambienti naturali, spazi aperti; gli stessi soggetti astratti, secondo me, suggeriscono questo tipo di cose.

Ho visitato la mostra di arte contemporanea Naturae e ho incontrato, esposto, l'artista Macoto Murayama, che ha inventato il termine “botech”: botanica e tecnologia. I suoi disegni combinano questi due temi utilizzando le massime conoscenze disponibili oggi nella tecnica scientifica e del disegno. Lo fa per rivelare sia bellezze microscopiche, ma anche il modo in cui pensiamo. Io sono molto sensibile a microscopia, tecnologia e arte e dopo aver visto il suo lavoro, il mio punto di vista sulle rappresentazioni tecniche e botaniche è cambiato.

Ho completato la lettura del libro Wild textiles realizzato da Alice Foxe anche la sua sensibilità ha cambiato il mio modo di vedere le cose, incluse quelle quotidiane. Il suo impegno è quello di utilizzare risorse naturali o riciclate in ogni gesto artistico. Lo fa con una tale sensibilità e profondità che io ora non riesco più a guardare allo stesso modo le bucce di mele e gli incarti di biscotto che uso ogni mattina. Come se potessi trasformarle tanto quanto riesce lei, anche se ancora non mi è venuto in mente un modo per farlo davvero.

Tutte queste esperienze offro enormi spunti di ispirazione... e siamo solo all'inizio dell'anno!

Comporre con frammenti ricevuti - parte 4

collaborazioni, sull'improv, tecniche creative

ho cominciato a confrontare tra loro le foto recenti che ho scattato con frammenti di stoffa semi bacche e le foto dei miei ultimi quilt. Ho scoperto che alcuni tipi di composizione tornano ricorrenti tra le mie preferenze, senza neanche farlo apposta.

Allora ho cominciato a domandarmi: non è che mi ripeto troppo?

Ho preso le ultime decine di foto e le ho passate in rassegna, dando un nome ai tipi di composizione che trovavo.
Il risultato di questa ricerca è stato che i tipi di composizione che ho adottato sono almeno 15. Nell'immagine qua di seguito si vedono i tipi di composizione che mi sono apparsi più evidenti.

Che sollievo, non mi ripeto troppo.

In questi giorni ho cominciato a ricevere delle buste con ritagli di stoffa o carta inviate da persone che fanno patchwork come me che hanno risposto al mio invito di mandarmi i loro frammenti, in modo che entrino a far parte della serie “design with a friend”. Un giorno ho ricevuto due lettere contemporaneamente dagli Stati Uniti: erano di Linda @flourishingpalms e Gigi @gigi.v13. Grazie a chi contribuisce! È un bel modo per sentirci collegati anche se siamo su due lati diversi dell’oceano.

Ad esempio, nelle due immagini di seguito, ho ripetuto delle forme che facevano parte di frammenti che mi erano stati inviati da Ally Ryde. Si potrebbe dire che queste composizioni sono basate sul principio della simmetria rotazionale e delle ripetizioni come se fossero un'eco. Non è una cosa su cui ho ragionato inizialmente: l'ho fatto spontaneamente, e ora che ci penso mi rendo conto che in entrambe ho usato lo stesso approccio.

Ogni ritaglio che mi arriva può essere il punto di partenza di una nuova composizione, e nel suo essere diverso dai materiali che io uso di solito, potrà suggerirmi forse composizioni diverse da fare in futuro.

In questo modo dovrei essere un po più al riparo dal rischio di ripetermi troppo, grazie a voi.

Comporre con frammenti ricevuti - parte 2

collaborazioni, sull'improv, tecniche creative

La serie di foto con semi e stoffe che ho iniziato qualche mese fa era partita semplicemente come una scusa per fare qualcosa di bello, che mi facesse sentire meglio in brevi ritagli di tempo, quando il tempo era poco.
Successivamente ha assunto nuove valenze.
Innanzitutto è diventato chiaramente un esercizio di composizione.

I semi sparsi sul tavolo sono come i frammenti di stoffa sul pannello a parete, il design wall.

La sensazione che si ha quando si cuce patchwork in modo improv è riapparsa quando provavo diverse versioni delle posizioni dei semi sul mio piccolo set fotografico da tavolo.
Aggiustare una composizione patchwork di grande taglia sulla parete può richiedere parecchio tempo, mentre il gioco fotografico si può variare in un attimo. Inoltre lo spazio a parete può essere limitato: nell'immagine di seguito si può vedere come ho creato un secondo strato di design wall sopra un lavoro in corso precedente, aggiungendo uno strato di imbottitura sopra le pezze di stoffa del vecchio quilt, mentre cercavo di finire un nuovo quilt.

Per di più, le composizioni fotografiche devono essere veloci, perché il materiale vegetale deperisce. A volte ci sono solo pochi giorni disponibili prima di veder trasformare quello che si ha raccolto. Le bacche verdi della foto di seguito erano delle palline perfette quando le avevo colte dai cespugli urbani di una pianta ornamentale comune, di nome pittosporum tobira. Qualche giorno dopo mi hanno fatto la sorpresa di aprirsi e rivelare i semi rossi presenti al loro interno. Mi è venuta proprio voglia di abbinarli alla stoffa a righe rosse con cui stavo cucendo il mio quilt nello stesso periodo. Nella composizione si sono intrufolati i frammenti di carta che avevo ricevuto un anno prima da Ally @allyryde.

Un significato aggiuntivo di queste foto composizioni è dunque emerso quando mi sono resa conto che potevo utilizzarle anche per tenermi in contatto con altre persone che cuciono patchwork, come nel caso iniziato con il materiale ricevuto da Ally.

Proprio in questi giorni ho discusso con Linda @flourishingpalms  e Lenny @modernstitchwitch about the tools we use to keep connected with each other.  Most of the times we chat on the socials, and very rarely we can meet face to face, thanks to a flight overseas. Since the social platforms can be changed unilaterally, we shall not be fully dependent on them: it’s better to put alternatives in place. In that sense, I’m trying to use multiple channels as networking tools, to ensure I can keep connected with people, whatever happens with one of those channels: so I try to use also e-mail and on-line meetings.

Per questo vi invito a mandarmi i vostri residui e ritagli di stoffa in una piccola busta. Quando ne avrò tratto una buona fotocomposizione, ve ne restituirò una cartolina stampata per posta, così da poter continuare il filone di foto che chiamo “design with a friend”.

Parlare di creatività

collaborazioni, tecniche creative

Ho avuto l'opportunità di essere in contatto con Lynn Woll, fondatrice di Create Whimsy, per un'intervista.

È stata un'esperienza speciale perché, per la prima volta, ho avuto l'occasione di parlare in un unico articolo di tutte le tecniche creative che utilizzo. Questo incontro è avvenuto in un momento perfetto: le sue domande mi hanno permesso di riflettere proprio su quello che dovevo mettere in ordine nei miei pensieri in questi giorni. Ad esempio, Lynn mi ha chiesto:

“Tu sei un’ingegnere a tempo pieno e hai molteplici interessi al di fuori del lavoro. Come fai a conciliare tutto quanto assieme?”

Appena ho letto questa domanda sono scoppiata a ridere e a piangere nello stesso momento. Evidentemente aveva toccato un tasto dolente.

Infatti, proprio nel corso di quest'anno, essendo cambiato il mio equilibrio tra lavoro e vita privata, è diventato più difficile organizzare i momenti dedicati alla creatività.

I cambiamenti nelle proprie condizioni di vita possono sorprenderci e presentarci situazioni sfidanti. Certe giornate richiedono di ingegnarsi di più sulla capacità di adattamento. Il fatto interessante dei periodi stressanti è che agiscono sulla mente in modo potente, preparando un terreno fertile per quelle che diventeranno le nostre future capacità creative. Quello che abbiamo imparato affrontando delle difficoltà, offrirà nuovi spunti, che sapranno diventare nuove forme di espressione.

Proprio nei giorni in cui sono stata contattata da Lynn, ho iniziato un nuovo filone di composizioni fotografiche, che si sono rivelate un'ottima strategia per gestire la fatica, perché mi facevano sentire meglio. Il bello è che una fotografia si può scattare in pochi minuti. Ho basato questo filone sull'uso di stoffe e materiali tessili, con cui di solito creo cucendo, abbinati a semi e tesori della natura raccolti all’aria aperta.

Sono anni che uso disegno, fotografia e cucito come mezzi espressivi. Passo dall'uno all'altro, in base al tempo che ho a disposizione. Un quilt che riesce ad arrivare ad una mostra è il risultato di un lungo progetto; il disegno può intrufolarsi negli spazi liberi di media durata; una fotografia può alleggerire i tuoi pensieri anche se hai una pausa solo di pochi minuti.

Nella immagine qua sotto si vede quanto è ampio il materiale per composizioni fotografiche che ho raccolto in un'unica passeggiata durante un recente weekend.

Vi invito a leggere l'intervista al seguente link: createwhimsy/spotlight-paola-machetta e a cercare altri autori interessanti di cui scoprire la storia sul sito Create Whimsy. Grazie per questa chiacchierata Lynn!

Un punto che gioca a nascondino

Mostre, tecniche creative

Qualche settimana fa, passeggiando in un parco, mi sono accorta che la stagione autunnale era iniziata grazie alla presenza di bacche pendenti dagli alberi. Iniziare a raccoglierle è stata una tentazione a cui non ho resistito e che nella sua freschezza mi ha dato l'impressione di iniziare qualcosa di nuovo.

In quel momento ho iniziato una nuova serie di fotocomposizioni, come ne facevo nell'anno 2000. Le piccole cose possono aiutarci a rinnovarci. Ho usato bacche, semi, piccoli tesori dal bosco insieme a frammenti di stoffe dai miei lavori patchwork.

Se collego gli avvenimenti degli ultimi mesi, mi accorgo che l'ultimo quilt che ho completato era fatto con stoffe a pois; la prima foto composizione che ho scattato insieme ai semi conteneva la stessa stoffa a pois con cui avevo realizzato quel quilt.

“Spot the dot” è in nome dell'ultimo quilt che ho completato, in cui ho giocato a comporre forme, unendo linee e punti. Questo quilt sarà presto parte di una mostra. Sarà esposto a partire dal 31 ottobre nell’International Quilt Festival, a Houston in Texas. È stato selezionato per far parte della mostra SAQA Global Exhibition "Camouflage”, a cura di Lorraine Roy, una mostra dedicata alle meraviglie della natura e all'arte del mimetismo tema proposto dalla socia SAQA Leilani Purvis.

Ho appena ricevuto il catalogo della mostra SAQA “Camouflage”.

Nel prossimo articolo racconterò la sua storia.

Ogni quilt ha il suo bordo

sull'improv, tecniche creative

Qualcuno dice che gli ingegneri hanno la mente quadrata (e non lo intende come un complimento).

Beh, siccome sono un ingegnere, mi piace pensare ai modi per fare dei bei quadrati. Ho provato varie tecniche per definire il contorno dei miei quilt, specie quando sono grandi. Ora spiegherò il metodo che uso più spesso.

Appena la quiltatura è finita, per indicare il contorno che avrà il quilt, non uso nè marcatori, nè il taglio diretto. Questi metodi sono irreversibili. Piuttosto, preferisco decidere la posizione del bordo con lo scotch di carta.

Come punto di partenza, scelgo qualche linea dritta del quilt, tra le stoffe o nella quiltatura. Ci appoggio sopra il righello che, essendo trasparente, può essere allineato ai riferimenti che ho scelto. Se il righello è troppo corto per coprire tutto il bordo, proseguo col tappeto di taglio. Con righello e tappeto formerò la linea del bordo: al loro fianco, applicherò il nastro adesivo, posato su quello che diventerà il materiale in eccesso.

I contorni del tappeto di taglio mi indicheranno l'angolo a 90 gradi con cui proseguire a marcare il lato successivo. Un lato dopo l'altro, potrò definire così tutto il bordo.

Ora il mio quilt, con il materiale in eccesso coperto dallo scotch, è pronto per essere osservato e giudicato. E se volessi cambiare inquadratura? Includere o escludere elementi del disegno? E se i miei bordi non fossero esattamente paralleli? Per controllare il parallelismo, misuro la lunghezza di ciascun lato. Ormai ci ho fatto l'abitudine: su lati più lunghi di un metro, in questa fase, qualche centimetro di differenza si può ancora trovare... ma per fortuna lo scotch si può ancora spostare!

Quando sono soddisfatta della posizione del contorno, posso iniziare a cucire l'orlo.
Adoro il tutorial di cottonandbourbon che si trova sul sito di Audrey: da quando l'ho provato, non ho più smesso di usarlo. E ho pure pensato a una piccola modifica: non taglio la stoffa in eccesso prima di cucire. Penso che sia meglio far lavorare il piedino a doppio trasporto su uno strato largo e di spessore uniforme, senza il gradino che si formerebbe se cucissi a pochi millimetri da un bordo appena tagliato. Quindi, seguendo passo passo le tappe del suddetto tutorial sul "faced binding", completo tutte le cuciture a macchina sulla prima coppia di lati (fino al passo "8" del sito di Audrey), e finalmente taglio; poi cucio l'altra coppia di lati (fino al passo "10") e ancora taglio via gli avanzi.
Ecco fatto: resta solo la cucitura finale sul retro, e farla a mano su un bordo così curato, è davvero un piacere.

Cinque minuti di celebrità

tecniche creative

Di recente ho ricevuto la richiesta di spiegare il modo in cui appendo i miei quilt.

Fin dall’inizio, ho deciso di usare dei bastoncini di legno da sei millimetri di diametro (per i quilt più piccoli) o di alluminio, dello stesso spessore, quando ne servono di più robusti e capaci di sostenere da uno a due metri di estensione del quilt. Questi bastoncini sono facili da portare alla lunghezza desiderata con la sega a mano, e ne ho sempre una piccola scorta a casa.

Sul retro del quilt cucio tre o più passanti in cui infilare il bastoncino.

In questo modo il bastoncino, pur se invisible dal lato fronte del quilt perchè è ben posizionato nel retro, rimane accessibile per gran parte della sua lunghezza, e può essere appoggiato in modo immediato su una coppia di chiodini o su dei ganci (ne ho trovati giusti giusti con la curva ampia sei millimetri).

Da quando abbiamo traslocato, un anno e mezzo fa, abbiamo dotato le camere principali della casa di un sistema di binari montati a tre metri di altezza, da cui si calano i cavi tasparenti (la cui posizione è modificabile, perchè la sommità scorre nel binario) e sui cavi vengono posizionati i ganci, regolabili in altezza, così ogni cambio di allestimento non richiede interventi permanenti sulla parete.  

Appena completo un quilt, posso dargli cinque minuti di celebrità, appendendolo in qualche punto della casa.
E’ sempre difficile decidere quale quilt togliere, tra i precedenti, per far spazio ad uno nuovo. Alcuni quilt rimangono appesi solo una settimana... altri diventano dei preferiti, e riescono a mantenere la postazione per più di un anno.

In questo modo, l’atmosfera che c’è in casa può cambiare spesso. Sulle pareti più ampie, posso persino provare la combinazione di più quilt che formano un gruppo. Come questi tre, che hano fatto parte della mia mostra " Tagliamento, il re dei fiumi". Sono rimasta sorpresa dal piacevole effetto dell’azzurro chiaro che si abbinava bene agli arancioni intensi, tanto che questi quilt hanno traslocato nel locale espositivo mantenendo la stessa posizione.

Piccoli frammenti crescono

sull'improv, tecniche creative

Mi piace salvare, in bustine divise per colore, tutti i più piccoli ritagli di stoffa. Se misurano un po’ più di un centimetro, vengono conservati come piccoli tesori.

Con questo materiale ho realizzato in passato delle pezze mosaicate, di cui ho parlato nel primo video dedicato all’improv.

Di recente ho fatto ordine fra i miei ritagli, e mi sono accorta che il blocco viola e quello giallo avevano dei colori in comune. Dunque, perchè non unirli?

È stata una occasione per sperimentare con la quiltatura: ho usato linee parallele, a distanze diverse, variando la posizione dell’ago.

Quando ero a buon punto con il lavoro, ho cambiato idea... non più un quilt rettangolare orientato orizzontale. Un nuovo taglio, e via! Ho cambiato forma, da rettangolare a quadrata, aggiungendo un po’ di rotazione. Come quando ho in mano la macchina fotografica e gioco con inquadratura e zoom.

Non è male dedicarsi ai mini quilt: si completano in poco tempo! Questo l’ho intitolato: “Transizione”, dedicato al passaggio graduale dal blocco viola a quello giallo che si sono fusi l’un con l’altro.

Tecniche creative, unitevi!

tecniche creative

L’abitudine a disegnare mi ha accompagnata in molti periodi della mia vita.

Ricordo bene i soggetti del mio primo album da disegno, conservato sin dai tempi delle elementari.

Le tecniche creative che ho sperimentato tra un decennio e l’altro, si sono alternate tra disegno, fotografia, pittura su stoffa, ricamo, carta marmorizzata, fotografia creativa al microscopio (la “colorazione per interferenza”... che passione!). La scoperta recente del modern patchwork di tipo improv ha aperto a sua volta tutto un mondo, popolato peraltro da una affascinante comunità internazionale di appassionate della stessa tecnica!

Di recente ho ricominciato a disegnare. L’idea è nata osservando alcune illustrazioni fatte con la tecnica detta “doodle”, con scarabocchi ripetuti, e mi sono improvvisamente presa tutto il materiale necessario: penne colorate e carta da acquarello contenente fibre di cotone.

Nell’ultimo disegno ho tratteggiato cielo e nuvole con un motivo a spirali, che mi ha sorpreso per la facilità con cui è venuto fuori. Poi mi sono resa conto del perchè. Avevo ancora nella mano l’esperienza tratta da tutte le ore passare a cucire con la quiltatura “free motion”, spese soprattutto a riempire gli spazi con il motivo delle spirali.   

Al che, mi son potuta dire: le tecniche creative diverse si aiutano a vicenda. E guardando mie esperienze pregresse posso aggiungere che gli esempi non mancano.

Quando scattavo foto macro di fiori , ritagliavo l’inquadratura fino a far diventare il soggetto quasi astratto. Macchie di colore e curve dei petali che potevano essere affiancate in righe e colonne come in un mosaico.

I miei primi tre quilt avevano come soggetto un paesaggio, poi ho smesso e son passata alle tassellature astratte dell’improv.

L’idea con cui ho ricominciato a disegnare era quella di perdermi nei giochi geometrici, eppure dopo un po’ sono passata alle illustrazioni tratte dal mio archivio di fotografie di viaggio.

Ho ancora in mente alcune combinazioni da esplorare: mi sa che c’è ancora ampio spazio per provare ricette nuove!