Più libertà del solito

sull'improv

Ho atteso per due mesi l’arrivo del corso “Quick Steps” tenuto da Irene Roderick su piattaforma virtuale. Ero così impaziente che gli ultimi giorni facevo il conto alla rovescia.

Ora che l’ho frequentato posso dire che ne valeva la pena.

Ho provato il suo metodo, che lei chiama “walldance”, danzare con la composizione. Ho dovuto abbandonare alcune abitudini, come quella di cucire sempre le stesse forme e tassellature; o quella di fissare i blocchi man mano che vengono creati. Togliere questi vincoli ha aperto una marea di possibilità, fin quasi a rischiare che il percorso scappi di mano...

Questo approccio impone un continuo esercizio grafico: ogni cambio della bozza di composizione porta una sorpresa, ogni visione evoca nuovi soggetti...

Fin dal mio primo esercizio, le poche pezze che stavo unendo hanno assunto molteplici forme: ci ho visto le onde del mare, le gondole a Venezia, le grafiche dei poster che promuovono i festival estivi, una pistola col grilletto (aiuto... questa ho dovuto smontarla subito!), un cavallo che fissava un cane, uno stemma di famiglia medievale, un collage di cartone, una decorazione in stile Liberty...

Mi è capitato di incagliarmi, di tirar giù tutto quello che avevo costruito e ricominciare da zero. Ad ogni variante dovevo risolvere problemi grafici, ribilanciare tutto il lavoro, e a momenti il cervello andava in ebollizione...

Insomma, un esercizio che non dimenticherò. E che mi farà vedere i metodi adottati in precedenza sotto una nuova luce.

Intrecci di pezze e di storie

collaborazioni, sull'improv

Lo scorso autunno ho scoperto i lavori straordinari di Leslie J.  Riley. Le sue texture sono ricche di motivi secondari, di ondulazioni di colore: composizioni incredibili! Ho deciso quindi di cominciare un esercizio sulle tassellature. Righe e colonne? Rosette? Colori simili? Colori contrastati? Mi son preparata delle prime pezze costruite in modo sistematico, per tenerle a mano come mezzo di confronto.

Lo scorso inverno mi sono iscritta alla Associazione di Patchwork locale “Biechi Mati”, attenta non solo al patchwork tradizionale, ma a tutte le tecniche più varie da sperimentare. Come da loro invito, abbiamo condiviso un pomeriggio presso la loro sede, in cui loro hanno tirato fuori le varie macchine da cucire disponibili, io ho descritto le mie pezze con i vari esercizi di texture, e abbiamo cucito insieme composizioni improv per tutti il pomeriggio.

La scorsa primavera, Francesca ha messo a disposizione la piattaforma Zoom, in modo da poter ripetere l’esercizio sulle tassellature improv in forma virtuale ed interattiva per le iscritte alla newsletter di Patchworkvictim. Nel primo appuntamento di quella che è diventata una serie di incontri, ho cucito ulteriori elementi a forma di righe e colonne: lo si può vedere al primo video di questa pagina (e sul canale you tube di Patchworkvictim).

Questa estate ho ripreso in mano la composizione a righe e colonne improv, e mi sono detta che era il momento di svilupparla in ampiezza. Ora che il lavoro è completato, mi sembra di veder cuciti, tra una riga e l’altra, anche i contributi di tutte le persone che erano presenti durante la realizzazione di questo quilt!

Partecipazione al Festival of Quilt

Mostre, eventi

L’anno scorso ho proposto l’idea di un viaggio di famiglia a Birmingham: l’occasione per mostrare Londra a Diego e, per me, una scusa per visitare il Festival dei Quilt di Birmingham. Ne abbiamo parlato con degli amici, che quasi quasi si sarebbero uniti a noi, ma poi il tutto è stato rimandato al 2020.

L'estate 2020 è ormai inoltrata, ma noi non abbiamo preso nessun volo per l’Inghilterra: ci siamo limitati a prenotare qualche giorno in montagna, per restare nella nostra regione.

Però, ho avuto comunque la mia occasione di partecipare all’evento di Biringham: infatti, per quest’anno, il Festival of Quilts è stato presentato in forma virtuale!

Oggi ho assistito alla inaugurazione on-line, e le emozioni non sono mancate: come nella notte degli oscar, il presentatore faceva sapienti pause prima di annunciare: “Il vincitore è...”; e lo ha fatto ben quindici volte! Tante, infatti sono state le categorie del "concorso virtuale"promosso dal Festival. Tra i lavori premiati ce n’erano alcuni molto eleganti, e persino i bambini di fascia di età dai 5 ai 9 anni hanno partecipato nelle categorie dedicate ai giovani.

Ho partecipato alla competizone con il mio quilt “Bagnasciuga”, ora visibile nella mostra collettiva sul sito del Festival, nella categoria dei contemporary quilts, dedicata tra le altre cose all’uso delle applicazioni: le uso raramente, ma in questo quilt sono presenti.

In “Bagnasciuga” si intravedono una spiaggia e i colori del mare, luci giallo verdi sulle creste delle onde, sassi e conchiglie. La forma a bandiera mi ha permesso di giocare con la direzione della fascia: le tre striscie trapuntate a doppio trasporto, al centro del lavoro, tendono all’astratto.

Anche Giovanna Nicolai espone un suo lavoro nella mostra virtuale del festival, nella modern category . Adoro questo suo quilt “Fluorescent hope”: lo si vede anche nella pagina principale del sito che ospita il nostro progetto Quilt Improv Studio, condiviso con Carla Beretta. Giovanna aveva scritto in un suo recente articolo, proprio sul mondo del patchwork che amplia la sua presenza on-line: “Parteciperemo a cerimonie inaugurali direttamente da casa”: in effetti è quello che ho sperimentato oggi, quando mi sono connessa alla diretta da Birmingham insieme ad altre centinaia di quilter, durante la mia pausa pranzo, mentre gustavo un piatto di spaghetti al ragù.  

Un triangolo in fuga

sull'improv

Ho iniziato questo lavoro in occasione di un corso di patchwork tenuto da Daria Blandina e Roberta Sperandio, le cui attività possono essere seguite sulla pagina D+R Patch Fun.

Anche se ha uno stile prevalentemente modern, non ho pianificato nessuno schema: la posizione di ogni pezza è stata scelta in modo improvvisato, cucitura dopo cucitura, e alcuni ritagli di lavori precedenti son riusciti ad intrufolarsi nelle figure più piccole.

Le combinazioni offerte dai triangoli equilateri mi hanno stupita: dopo le prime striscie, sono apparsi degli esagoni inattesi; dopo le striscie successive, si son fatti vivi dei triangoli più grandi e mosaicati. Più guardavo il lavoro che si sviluppava, più scoprivo nuove forme. Se contavo il numero dei triangoli apparenti, notavo che si moltiplicavano: c'erano quelli con i bordi ben definiti, quelli con i bordi parziali e a scomparsa... mi ero immersa in un gioco matematico di caccia al tesoro!

Prima di iniziare, mentre sceglievo i blu e i verdi, avevo in mente un paesaggio di montagna con la sua distesa di abeti. Quando una amica ci ha fatto visita, ha visto il top appeso in studio e ha proposto l'immagine di un lago con i boschi riflessi sulla sua superficie. Nei giorni successivi, un'altra amica ha commentato la foto di questo lavoro con la suggestione di acque cristalline. Adoro queste proposte: ammettono che molte interpretazioni sono permesse.

Il segno più marcato però è stato impresso dalle parole di Davide: da quando mi ha detto che il quilt gli fa pensare alla Barcolana, ora anche io non posso più smettere di vederla!
La Barcolana è l'evento più importante che si svolge da oltre cinquant'anni nella nostra città: una regata che riempie il golfo con la vista di migliaia di vele. Chi vive a Trieste ne conosce bene le inconfondibili immagini: quanti di noi sono saliti sull'altopiano per goderne meglio il panorama? Per sentirsi più vicini all'elicottero che ronza per la diretta tv, offrendo viste aeree che puntano alla barca in fuga verso la vittoria oltre il faro? Le raffigurazioni dell'evento si moltiplicano nelle mostre fotografiche, nei poster fissati ai pali delle vie del centro, nei simboli grafici tipicamente triangolari, e nei loghi su gadget e magliette che indossiamo tutto l'anno.
Ogni luogo ha le sue immagini simboliche, per cui mi rendo conto che se intitolo il mio quilt "Barcolana", potrà capitarmi di doverlo spiegare a chi non è di Trieste. Occhi diversi vedono cose diverse su uno stesso pannello, a seconda della loro esperienza visiva pregressa.

Devo ammettere che in passato non mi sentivo molto a mio agio con i triangoli: forse non mi venivano in mente idee su come attaccarci le figure adiacenti.
Eppure, durante questa composizione, i triangoli mi hanno parlato entrambe le lingue: quella dei segni astratti, quella dei soggetti figurativi; e le possibilità si sono stratificate, un pezzo di stoffa dopo l'altro.
Quindi, posso ben dire che la prossima volta, quale che sia la figura con cui cimentarsi, potrò lasciare a lei la libertà di provare ad esprimersi a modo suo!

Il materiale prezioso che compone un quilt

collaborazioni

Il grande successo degli acciai nasce dalla possibilità che la loro struttura cristallina riesca a cambiare in molti modi.
Ho speso numerosi anni a osservare immagini metallografiche, sorvolando paesaggi astratti e misteriosi a volo d'uccello con il microscopio.
E se in un quilt potessimo infondere la bellezza dei cristalli più preziosi?
La prossima settimana aprirò la mia presentazione sul patchwork di tipo improv raccontando qualche aneddoto sulla cristallografia. Per partecipare, giovedì 2 luglio alle 17.30, chiedete di ricevere newsletter e link della diretta zoom a Patchworkvictim.

Un improv figurativo oppure astratto

collaborazioni, sull'improv

Ho appena completato il top iniziato durante il corso on-line tenuto da Sherri Lynn Wood intitolato improv wedge curves. Ho lavorato in modo improv, senza preparare disegni o prendere misure.

Mi ha fatto riflettere sulla distinzione tra la linea grafica (quella che sarà seguita dallo sguardo) e la linea cucita (che può coincidere o meno con la precedente).

Domani parlerò di composizioni grafiche grandi e piccole, in diretta zoom alle 17.30. Per ricevere il link con cui partecipare all’incontro, contattate Patchworkvictim.

Tagliare è disegnare

collaborazioni, sull'improv

Sto leggendo un saggio di Riccardo Falcinelli, Critica portatile al visual design. E' il secondo, suo, che prendo, e vorrei già averne un altro: lo adoro.
Nel capitolo sugli "schermi", parla dell'uso del corpo nel fare design: "scarabocchiare, dipingere, incollare, scattare fotografie, sono gesti da recuperare, per non limitarsi solo ai movimenti ripetuti davanti a uno schermo, quelli che spostano pixel di pochi centimetri, e che rischiano di realizzare una grafica che si assomiglia un po' tutta".

Devo in effetti dire che, cucendo, è un piacere alzarsi dalla postazione alla macchina, stirare, guardare il risultato magari da lontano per farsi un'idea d'insieme, per poi tornare al piano di taglio, e decidere come proseguire.
E' vero: la fisicità del lavoro necessario a realizzare un patchwork, ha una grande influenza sul risultato.

Come tagliare le pezze di stoffa?
Quando?
Prima o dopo aver cucito?
(Dopo? Beh? Che c'è di strano nel… prima cucire, e POI tagliare?).

Domani ne parlerò: in diretta zoom, alle 17.30.
Il bello di questa piattaforma è che permette situazioni interattive. Come tagliate le pezze, voi, che cucite laggiù?
Vi aspetto, sono curiosa di sentirlo!

Per partecipare, chiedete di essere iscritti alla newsletter di Patchworkvictim , e riceverete il link.

COLLABORAZIONE CON PATCHWORKVICTIM IN ARRIVO!

collaborazioni

Sabato 25 aprile alle ore 11.00 sarò in diretta per parlare di patchwork improv, insieme a Francesca di Patchworkvictim! Per maggiori informazioni: chiedete a Francesca di essere iscritti alla loro newsletter, ed occhio ai messaggi di venerdì 24! Di seguito, un estratto dalla newsletter precedente:

Se frequenti il nostro negozio di Trieste avrai certamente notato i quilt esposti da Paola, che puoi seguire come The cult of quilt. Nella diretta di sabato Paola ci racconterà come lavora, armata di tessuti, macchina da cucire e tanto entusiasmo; sono sicura che metterà anche a te voglia di provare a cucire improv. E se lo vorrai potrai intervenire facendole delle domande: la diretta si svolgerà sulla piattaforma ZOOM, l’account base è gratuito!

PARTECIPAZIONE AL CORSO “WEDGE CURVE IMPROV”

eventi

Ho partecipato al corso-workshop on-line, di due giorni, tenuto da Sherri Lynn Wood: “Wedge Curve Improv”. Non avrei potuto esserci se l’evento, programmato per la gilda Arapahoe County Quilters, in Colorado, non fosse stato sostituito dalla versione virtuale. E’ stata una splendida esperienza: l’insegnante ha interagito con tutti i quasi cento partecipanti, creando una atmosfera di condivisione. Durante il corso ho cucito queste pezze, ma molte sono le idee aggiuntive rimaste in mente…